Processo Milanese, il Cnv
si costituisce parte civile

Martedì 4 Novembre 2014
I cantieri a Malamocco (foto d'archivio)
MILANO - Il Consorzio Venezia Nuova e il Ministero dell'Economia e delle Finanze chiederanno di costituirsi parte civile al processo con rito immediato a carico di Marco Milanese, l'ex braccio destro di Giulio Tremonti imputato a Milano per il caso Mose. La richiesta è stata preannunciata stamane alla prima udienza del dibattimento che si è aperto davanti alla quarta sezione penale del Tribunale, presieduta da Oscar Magi.



Il dibattimento è stato rinviato al prossimo 8 gennaio 2015 per la notifica del provvedimento che dispone il giudizio immediato al prof. Franco Coppi, entrato nel collegio difensivo da qualche mese a fianco di Bruno La Rosa e al quale non è stato recapitato il provvedimento. L'avv. La Rosa oggi ha anche depositato al Tribunale una richiesta di revoca della misura della custodia cautelare nei confronti di Milanese che si trova in carcere a Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Il Cvn, come ha spiegato il suo legale, l'avv. Titta Madia, ha intenzione di costituirsi parte civile anche «come segno di discontinuità con la vecchia gestione» di Giovanni Mazzacurati.



Il processo che ha preso il via oggi davanti a giudici milanesi ha al centro il filone di indagine, trasmesso per competenza territoriale da Venezia a Milano, che riguarda due episodi di corruzione nel quale sono imputati il generale in pensione della Gdf Emilio Spaziante e l'ex ad di Palladio Finanziaria Marco Meneguzzo.
I due, la cui posizione è stata stralciata, hanno chiesto di patteggiare rispettivamente 4 anni e due anni e mezzo di carcere. Domani ci sarà la decisione del gup Chiara Valori. Secondo l'accusa Milanese sarebbe stato il destinatario di una mazzetta da 500 mila euro che il Consorzio Venezia Nuova, allora presieduto da Giovanni Mazzacurati, gli avrebbe fatto avere attraverso Meneguzzo. Lo scopo della dazione era di far sì che nelle decisioni del Cipe entrasse la voce "Mose" per avere nuovi stanziamenti pubblici. Il secondo episodio contestato ha al centro un'altra presunta tangente da 500 mila euro, contro una promessa di 2,5 milioni, che sarebbe stata versata sempre da Mazzacurati e sempre tramite Meneguzzo, per corrompere Spaziante in merito a verifiche fiscali.
Ultimo aggiornamento: 12:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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