Migranti in Veneto, l'affondo di Zaia: «Siamo solidali, ma non siamo il ventre molle di questa partita»

E il governatore del Friuli, Massimiiano Fedriga, se la prende con la Francia

Venerdì 11 Novembre 2022
Migranti in Veneto, l'affondo di Zaia: «Siamo solidali, ma non siamo il ventre molle di questa partita»
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Sull'arrivo dei profughi in Veneto oggi, venerdì 11 novembre, è intervenuto anche il governatore del Veneto, Luca Zaia. «Non possiamo diventare il ventre molle di questa partita. Siamo una terra ospitale, conosciamo la solidarietà e se qualcuno scappa dalla morte e dalla fame non ci siamo mai tirati indietro, ma non possiamo diventare un hub nazionale». Lo ha detto stamane a Venezia il presidente del Veneto, Luca Zaia, in merito all'arrivo di nuovi profughi in Italia e in Veneto, a fronte di un sistema di accoglienza «al collasso», secondo quanto dichiarato ieri dal prefetto lagunare, Vittorio Zappalorto.

Fedriga contro la Francia

Quando un Paese «accoglie 90 mila persone mi sembra si possa dire tutto ma non che non c'è umanità. Valuterei il fatto che questi giudizi arrivano da chi mette migliaia di agenti alla frontiera per respingere in Italia gli immigrati che vogliono andare in Francia» mentre «viene accusato l'unico paese che ha sempre accolto. Penso che l'umanità si realizzi anche rispettando le regole altrimenti non è umanità, ma anarchia». Lo ha detto il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, parlando delle relazioni Italia-Francia sulla questione migranti a margine di un incontro a Trieste.

Questa rottura con la Francia, ha aggiunto, è «alquanto particolare». Poi «quando si parla di ricollocamenti - e sono a poco più di 100 quelli presi dalla Francia -, non mi sembra che l'arma di dire 'non ricollochiamo più nessunò sia un'arma efficace nel condizionare il governo italiano». Le iniziative prese da questo governo in tema di immigrazione, ha osservato Fedriga, «vanno in una direzione ben chiara: non contro l'immigrazione, ma contro l'irregolarità. L'immigrazione regolare può essere una ricchezza se gestita e ovviamente se assorbibile sul nostro territorio, e su questo io la vedo molto positivamente. Ma mischiando l'immigrazione regolare con quella irregolare il primo torto lo si fa ai migranti regolari». «Purtroppo - ha concluso - chi fa questi ragionamenti e si veste magari della bandiera dell'antirazzismo è colui il quale invece esercita un principio di forte razzismo, perché non distingue tra chi rispetta le regole e chi no ma distingue dal colore della pelle. Io non voglio distinguere dal colore della pelle» ma tra le persone «che stanno nella legalità e chi invece vuole operare fuori dalla legalità». 

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Ultimo aggiornamento: 12 Novembre, 10:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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