Navi migranti, la Francia rompe gli accordi. L’Italia: «Inspiegabile»

Il ministro Darmanin: sospesi i ricollocamenti, e l’Ue ci segua. Parigi rafforza le sue frontiere Tajani: reazione sproporzionata

Venerdì 11 Novembre 2022 di Andrea Bulleri e Francesco Malfetano
Navi migranti, la Francia rompe gli accordi. L’Italia: «Inspiegabile»
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Dietrofront. La Francia si tira indietro sul meccanismo di ricollocamento dei migranti tra i Paesi dell’Unione europea. E invita gli altri partner dell’Ue, «soprattutto la Germania», a fare altrettanto. Non accenna a placarsi la tensione che da 48 ore corre tra le diplomazie di Roma e Parigi. Con la capitale francese che alza il livello dello scontro rimettendo in discussione i patti stretti a Bruxelles. E il governo italiano che, per bocca dei ministri dell’Interno Matteo Piantedosi e degli Esteri Antonio Tajani, giudica la reazione d’Oltralpe «incomprensibile» e «sproporzionata». A innescare il nuovo botta e risposta è ancora una volta il caso Ocean Viking: la nave della Ong Sos Mediterranée con a bordo 234 profughi il cui sbarco è atteso per questa mattina al porto di Tolone, in Provenza.

Perché se Parigi ha concesso accoglienza «a titolo eccezionale» all’imbarcazione, annunciando però che solo «un terzo» dei passeggeri troverà effettivamente ospitalità in Francia, a presentare il conto ci pensa il ministro dell’Interno Gerald Darmanin. Che senza mezzi termini annuncia: «Se noi accogliamo questi 234 migranti, nelle prossime settimane non ricollocheremo nessuna delle persone che ci eravamo impegnati ad accogliere». Tradotto: la Francia non si farà carico di altri migranti. Anche a costo di stracciare gli accordi già presi con Roma. 

L’avvertimento

«La Francia sospende le redistribuzioni dei 3.500 rifugiati che ci eravamo impegnati a ricollocare entro l’estate del 2023 a beneficio dell’Italia», afferma Darmanin. «E chiama tutti gli altri partecipanti al meccanismo europeo, soprattutto la Germania, a fare altrettanto». Il responsabile dell’Interno francese definisce «inaccettabile» la linea di fermezza dell’esecutivo Meloni, criticando le autorità italiane (tacciate di «disumanità») che «non sono state neppure professionali, hanno lasciato 20 giorni questa nave senza comunicare nessuna decisione». E avverte che da tutta questa situazione, alla fine, «è l’Italia che ci rimetterà». Non solo: «La Francia rafforzerà i controlli alle frontiere con 500 poliziotti in più al confine con Roma», è l’avvertimento di Darmanin. Parole che a Palazzo Chigi fanno alzare più di un sopracciglio. Difficili da giustificare le giudica il capo del Viminale Matteo Piantedosi: «La reazione della Francia di fronte alla richiesta di dare accoglienza a 234 migranti, quando l’Italia ne ha accolti 90 mila solo quest’anno – sottolinea – è totalmente incomprensibile di fronte ai continui richiami alla solidarietà». Per Piantedosi, si tratta di un nervosismo che «dimostra quanto la postura delle altre nazioni di fronte all’immigrazione illegale sia ferma e determinata». Tuttavia, aggiunge, «quello che non capiamo è in ragione di cosa l’Italia dovrebbe accettare di buon grado qualcosa che gli altri non sono disposti ad accettare». Anche perché la «solidarietà europea viene sbandierata – osserva il ministro dell’Interno – ma l’Italia ha affrontato finora questo problema da sola». Anche per questo al Viminale si sta ragionando sull’ipotesi di adottare un provvedimento che reintroduca la possibilità di sequestro preventivo delle navi delle Ong. Una misura, insomma, non troppo diversa dai decreti Salvini varati nel 2018. Per ora è soltanto un’ipotesi, trapela da fonti di governo, che potrebbe concretizzarsi nelle prossime settimane. 
Anche per il titolare della Farnesina Antonio Tajani, la porta sbattuta in faccia da Parigi rappresenta una «reazione sproporzionata rispetto alla vicenda» Ocean Viking. Per il ministro degli Esteri la quadra va cercata «a livello europeo». E per riuscirci bisogna agire sulle partenze: «La soluzione va trovata in Africa». Quel che è certo, rimarca Tajani, è che il governo «deve difendere gli interessi dell’Italia». 

Gli hotspot

E se anche la Commissione europea lancia un richiamo alla «cooperazione tra Stati» sul nodo migranti, critico con la linea transalpina si mostra pure l’altro vicepremier, Matteo Salvini. «Inspiegabile il nervosismo di alcuni politici francesi. A protestare – osserva il numero uno della Lega – dovrebbe essere l’Italia». Insorge invece l’opposizione, che parla di «figuraccia» (copyright di Giuseppe Conte) e di «rischio isolamento dell’Italia» (dal Pd). Mentre proprio nelle stesse ore tornano di nuovo a salire i numeri dell’hotspot di Lampedusa: nove gli sbarchi che si sono susseguiti ieri, l’ultimo di 137 persone, tra cui 5 minori (arrivati su un barchino di fortuna). Gli ospiti nel centro di prima accoglienza sull’isola sono ora 1.351, nonostante i posti disponibili nella struttura ammontino soltanto a 400. 

Ultimo aggiornamento: 13:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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