«Sono contenta se mi fischiano dietro», bufera sull'assessore Donazzan che difende gli alpini. «Deve dimettersi», «Non accetto lezioni da nessuno»

La Cgil Veneto contro la politica regionale di Fratelli d'Italia. Intanto dal Friuli Venezia Giulia tutti difendono la prossima adunata a Udine, anche le donne Dem

Venerdì 13 Maggio 2022 di Redazione web
Elena Donazzan e gli alpini a Rimini
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VENEZIA - «Non condividiamo le dichiarazioni dell'assessora regionale veneta Elena Donazzan su quanto avvenuto a Rimini: ciò che è successo è molto grave». Lo afferma il Coordinamento donne Cgil veneta, sottolineando che «le testimonianze raccolte dagli organi di informazione sono numerose e vanno nella stessa direzione: nel migliore dei casi ci sono state molestie verbali, nel peggiore molestie fisiche. Né le prime, né tanto meno le seconde si possono derubricare, come se si trattasse di un corteggiamento innocente o in alcuni casi sfuggito di mano. Peraltro, molte delle vittime - viene puntualizzato - erano lavoratrici che stavano svolgendo il loro lavoro, quindi non era neanche così facile per loro allontanarsi da chi gli rivolgeva parole sgradevoli, o peggio». Per le donne della Cgil del Veneto «non si può sostenere che dobbiamo aspettare le denunce formali per prendere atto del problema. Rimini non è un caso isolato. Basta rileggersi le cronache del Capodanno in piazza in molte città italiane per rendersene conto. Il problema dunque c'è e si ripete fin troppo spesso, e merita una reazione di indignazione forte e collettiva». Replicando a Donazzan si rileva che «in definitiva, non è in questione la reputazione degli Alpini, le responsabilità sono sempre individuali. È in questione la libertà delle donne, che non vogliono più essere considerate un oggetto di piacere, ma persone in carne, ossa, sentimenti, soggettività, che vanno rispettate e messe nelle condizioni di autodeterminarsi in tutte le scelte della loro vita, a partire da quelle sessuali».

Per i coordinamento «le istituzioni, la politica, le forze sociali, anche i corpi militari hanno un altro compito: educare al rispetto e alla libertà propria e altrui. Anche per questo, da un'assessora che ha le deleghe alle pari opportunità e all'istruzione - conclude il documento - ci saremmo aspettate una presa di posizione di altro tenore».

La replica dell'assessore regionale Donazzan

«Alla Cgil rispondo che io mi occupo di donne veramente: nell'ultima Programmazione europea ho investito 11 milioni per l'occupabilità delle donne, per fare in modo che anche quando sono vessate all'interno delle proprie case o abbiano subito violenze ci sia l'autonomia che passa attraverso il lavoro». Ribatte così l'assessore veneto alle pari opportunità e al lavoro Elena Donazzan, replicando alle critiche della Cgil rispetto alle parole espresse ieri dall'esponente di Fratelli d'Italia a sostegno degli Alpini presenti al raduno di Rimini. «Non accetto lezioni da nessuno - aggiunge - Ritengo che la strumentalizzazione fatta a danno degli Alpini, già fatta a Trento dalla stessa Associazione "Non una di meno", quindi una storia già vista, nel tentativo di dire che gli Alpini, per l'antimilitarismo di alcune associazioni, sono persone non perbene, va contestata». Per Donazzan, «se c'è una denuncia va verificata, se c'è un colpevole va ovviamente punito ma non si può dire che su 400mila persone a Rimini ci siano solo violentatori, strupratori e molestatori». «Ci sono persone che nella giovialità - conclude - scherzano, ridono e fanno qualche apprezzamento, qualche battuta che va presa nel contesto, per il quale io, personalmente, non mi sento offesa. Credo che i problemi per le donne e le lavoratrici italiane siano altro. Invito la Cgil a venire a vedere cosa facciamo in Veneto»

I 5 Stelle: Donazzan imbarazzante

«Le imbarazzanti parole dell'assessora al Lavoro e alle Pari Opportunità del Veneto Elena Donazzan sulle denunce per le molestie avvenute durante il raduno degli Alpini di Rimini dimostrano ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, quanto l'esponente di Fratelli d'Italia sia inadeguata al ruolo che ricopre. Non è sufficiente che il presidente della regione Luca Zaia prenda le distanze, è giunto il momento che chieda e ottenga le dimissioni della Donazzan. Se così non fosse vorrebbe dire che il governatore del Veneto avalla simili considerazioni». Così in una nota le parlamentari e i parlamentari del MoVimento 5 Stelle del Gruppo Pari Opportunità. «Una donna che ricopre ruoli nelle istituzioni, tra l'altro nell'Assessorato per le Pari Opportunità - continuano -, non può affermare che le donne dovrebbero essere contente di essere oggetto di cat calling, fischi ed epiteti sul loro corpo e il loro apparire. Ora si è passato il limite. Donazzan sta giustificando quella subcultura machista che offende le donne ma anche tantissimi uomini che non vi si riconoscono», concludono.

Non una di meno Trieste

«Volete abolire l'Adunata degli Alpini? Bene, noi vogliamo distruggere il patriarcato». Lo afferma, in un post su Instagram, la rete «Non una di meno» di Trieste, intervenendo sull'ipotesi di abolire l'adunata degli Alpini di Udine nel 2023 dopo le denunce di molestie registrate a Rimini. «L'ammassamento di un gran numero di maschi in un solo spazio per un periodo limitato di tempo, dentro una società patriarcale - si legge nel post - porta inevitabilmente con sé un rischio per tutte le ragazze, le donne e i soggetti non conformi alla norma. Questo succede anche negli spazi sportivi, sociali, culturali, politici. Nel caso dell'Adunata degli Alpini, il terreno di coltura delle molestie è annaffiato dall'abuso di alcol, come succede anche altrove, e dal cameratismo, come è proprio di un corpo armato dello Stato». Il corollario è «il machismo d'accatto, che può prendere la forma delle molestie». Secondo Non una di meno, «il patriarcato, tuttavia, è un sistema di oppressione che trascende l'Adunata degli Alpini». «Se ci sarà un'Adunata nella nostra regione, saremo, come sempre, dalla parte delle nostre sorelle: a denunciare e a proteggerci. Se non ci sarà, saremo come sempre dalla parte delle nostre sorelle: a dire che in questa regione due medici su tre sono obiettori, a ripetere che in tutta la regione ci sono solo cinque centri antiviolenza aderenti alla rete DIRe, a urlare che ci vogliamo vive e ci vogliamo libere». Sotto il post anche un commento dell'articolazione riminese: «Siamo con voi sorelle e compagnə».

Il presidente della Regione Fedriga

«Penso che se qualcuno si è comportato male deve pagare, ma mettere sotto processo, come purtroppo sta avvenendo da parte di una frangia, il glorioso Corpo degli Alpini lo ritengo inaccettabile. Io difendo gli Alpini, li ringrazio per quello che hanno fatto e soprattutto per quello che rappresentano». Così il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, a chi gli chiedeva, a margine di un incontro, se fosse ancora favorevole alle adunate degli Alpini dopo gli episodi di molestie denunciati a Rimini. «Sono favorevole alle adunate al 100%», ha puntualizzato.

Le donne Dem

«Il corpo degli alpini fa parte della tradizione e della memoria degli italiani, sono il più antico Corpo di Fanteria da montagna attivo nel mondo. Non dimentichiamo quanto sia stato importante il loro aiuto nell'emergenza del terremoto dell'Aquila e in diverse altre occasioni in cui sono stati esempi di solidarietà». Per questo la coordinatrice delle Donne Democratiche di Trieste, Maria Luisa Paglia, si dichiara «concorde con quanto comunicato dalla capogruppo del PD alla Camera dei Deputati, Debora Serracchiani che ritiene sbagliato vietare l'evento di Udine colpendo in tal modo chi onora il corpo». Per la coordinatrice è necessario «invece, oltre alle dovute indagini che identifichino i colpevoli, sensibilizzare maggiormente e diffondere la cultura del rispetto. Potrebbe essere utile che anche all'interno del corpo degli alpini si portino avanti progetti e collaborazioni con realtà associative che si occupano di violenza di genere nei vari territori per contrastare la cultura maschilista ancora presente in alcuni ambienti». 

Il sindaco di Udine

«Nessuno si permetta di mettere in forse l'adunata degli alpini nel 2023 a Udine o di infangare il buon nome dell'Ana, associazione che ha sempre dato dimostrazione di grande solidarietà verso le comunità e il territorio, per esempio durante gravi calamità naturali, in Italia come all'estero». Lo ha dichiarato oggi il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, riferendosi alle polemiche seguite alla recente adunata nazionale degli alpini a Rimini. «Mi sono subito schierato a favore dell'adunata a Udine - ha proseguito Fontanini - che è un evento molto atteso non solo da noi amministratori, ma anche da tutti i friulani, che a questa associazione sono da sempre legati». Per il sindaco, «non si può infangare l'Ana a fronte di episodi, certamente deprecabili, ma i cui autori non mi risulta siano stati ancora individuati, tanto che non si sa se a commetterli siano stati membri dell'Ana o persone che con l'associazione degli alpini non c'entrano proprio niente». 

Il segretario friulano del Pd

«La richiesta di sospendere le adunate degli alpini per me è sbagliata. Da parte mia, la condanna di qualsiasi molestia, violenza, reato, è ovviamente totale, come sono certo lo sia anche da parte dell'Ana e del corpo degli Alpini. La condanna va estesa a qualsiasi goliardata fuori luogo: questi non sono valori né comportamenti né spirito dei veri Alpini. Festa o fumi dell'alcol non sono attenuante». È la riflessione del segretario Pd Fvg Cristiano Shaurli. «Chi ha commesso atti che hanno offeso, intimidito, sopraffatto deve essere perseguito e condannato, subito radiato e allontanato. Ma rigetto la generalizzazione: io a Rimini c'ero. I veri Alpini odiano gesti e reati come quelli riportati. I veri Alpini intervengono a difesa di una donna, di un uomo o di un bambino in difficoltà». Tuttavia, «è stupido negare che in grandi assembramenti di centinaia di migliaia di persone, vale per l'adunata come per altri eventi, ci possano essere persone che infangano e rovinano quell'occasione: sono stupidi delinquenti. Ma a Rimini ho visto anche forze dell'ordine attente e presenti». Shaurli invita a «denunciare tutto, si cerchino i colpevoli, anzi gli alpini per primi aiutino a trovarli: magari vedremo che alcuni di quelli con gli Alpini nulla hanno da spartire».

Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 10:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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