Oriana Papais, di San Vito al Tagliamento, dal 2013 è capogruppo della sezione Ana del suo paese.
Ma?
«Se non c'entrasse alcun alpino, come la metteremmo?».
Che idea si è fatta delle accuse?
«Ho avuto modo di parlare con un'amica di Rimini e con altri conoscenti e mi hanno confermato quella che era una nostra sensazione. Ovvero che tra le fila dei partecipanti ci fosse gente venuta appositamente con l'intenzione di fare confusione e che non c'entrava nulla con gli alpini».
Crede che ci sia qualcos'altro dietro? Una strumentalizzazione?
«Non credo si sia arrivati a questo punto. È la prima volta che si sentono denunce di questo genere. Sono due anni che non si possono fare manifestazioni di questa portata e credo che qualcuno ne abbia approfittato sapendo che sarebbe stata un'occasione unica con tanta gente che si riunisce e fa festa. Probabilmente hanno pensato di approfittare contando sull'impunità e il fatto di potersi confondere con la massa».
Com'è stata la sua esperienza personale con gli alpini?
«All'interno della mia sezione mi sono sempre trovata benissimo e c'è stato un periodo nel quale sono stata rappresentante di zona, a dimostrazione che nei confronti delle donne c'è un rapporto assolutamente corretto».
Ci sono mai stati episodi di quel genere nei suoi confronti o di altre colleghe?
«Il mondo militare è prettamente maschile e farne parte non è una passeggiata. Ma questo non vuol dire che siano ammessi oltraggi alla persona. Ma sono tanti i lavori prettamente maschili. Glielo dico io che lavoro quotidianamente nei cantieri».
Qual è il dispiacere principale che le dà questa vicenda?
«Che un mondo che mi ha accolto venga svilito in toto e dipinto come popolato solo da ubriaconi che allungano le mani. Per questo auspico che la situazione si chiarisca al più presto».