Zaia: «Rinvio elezioni? Conte non ci ha ascoltato per niente. Col virus dovremo convivere».

Martedì 21 Aprile 2020
Luca Zaia, la diretta del governatore, oggi 21 aprile 2020
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La diretta di oggi del governatore Luca Zaia. Ecco cosa ha detto il presidente veneto oggi, 21 aprile, su Facebook. 

Il bollettino di oggi 21 aprile
​Nelle ultime 24 ore ci sono state altre 33 vittime.

Aumenta anche il numero dei contagi, ma per l'effetto dell'incremento dei tamponi. I soggetti in isolamento domiciliare sono 11059, i deceduti complessivi 1154, dei quali 972 in ospedale. I casi positivi sono 16.404 (+277). I negativizzati virologici sono 5.173, mentre i pazienti in terapia intensiva diminuiscono e si fermato a 177 (-3).

Riaperture e elezioni. «Si conferma la discesa, ma non per questo bisogna abbassare la guardia: non siamo indenni nè dal virus nè dal contagio. La grande preoccupazione in vista delle riaperture dal 4 maggio, decisione di competenza esclusiva dello Stato, è che venga intesa come "è finita". No, prosegue un processo di convivenza con il virus. Anche in Corea hanno fatto così, ad aprile hanno riaperto e il 15 aprile la Corea è andata al voto» (stoccata di Zaia al rinvio deciso dal governo delle elezioni regionali in autunno).

La polemica con il premier Conte. «Ho sempre detto che si apre dopo aver avuto il parere della comunità scientifica. Conte ha un comitato scientifico? Lo faccia esprimere. La fase 2 di fatto è già iniziata anche se c'è chi non vuole riconoscerlo. Si va verso riaperture regionalizzate? Non lo so. Ma spetta al comitato scientifico nazionale pronunciarsi e lo deve fare fino all'ultimo giorno: ne va della tutela di tutti». 

Applicazione sul telefonino. «Giuste le osservazioni sul rispetto della privacy. In Veneto non l'abbiamo fatta per scelta. Di app ce ne propongono tutti i giorni. Non è obbligatoria, ma l'alternativa qual è? Mettersi sulla porta dell'ospedale e attendere l'arrivo dei pazienti. Cosa farei io? Se c'è l'applicazione ed è una scelta di sanità pubblica, la renderei obbligatoria. I tecnici scrivono che le app funzionano se almeno il 60% delle popolazione le ha installate. E non lo dico per promuoverle perchè non ne abbiamo».

Rinvio delle elezioni. «Abbiamo avuto dal governo una bozza di decreto, abbiamo chiesto di fare le elezioni in due giorni, domenica e lunedì, e di far votare anche i cittadini all'estero. Ieri è venuta fuori tutt'altra cosa. Spero che il Capo dello Stato venga informato che il decreto di ieri non è stato minimamente condiviso con le Regioni interessate».

Danni alla Cina. «L'Hotel Posta di Cortina fa causa alla Cina per danni per aver nascosto il contagio del virus? Non vedo necessità di fare commenti, ognuno si tutela come crede».

Dopo Zaia nella diretta ha preso la parola Rosario Rizzuto rettore dell'Università di Padova, al centro il caso Vo', ormai una caso internazionale, dopo l'intuizione iniziale del professor Andrea Crisanti, virologo e del governatore del Veneto. Il 25 aprile a Vo' parte un terzo studio internazionale che durerà circa 6 mesi, unico al mondo nel suo tipo.

 «La grande sfida è fronteggiare un'emergenza in corso e capirla nello stesso tempo. Il caso Vo' è ormai un caso internazionale - ha premesso il rettore Rizzuto - Con la Regione ci sentiamo parte di un gioco di squadra. Portiamo la nostra competenza scientifica e l'acquisizione di nuove informazioni ci permette di migliorare sempre più le cure che diamo».

Stefano Merigliano, presidente della Scuola di Medicina di Padova: «Molti progetti che abbiamo fatto stanno funzionando perchè siamo riusciti a mobilitare il volontariato, risorse e competenze, dalla Croce Rossa agli industriali al sistema Camerale. In parte il progetto è supportato anche da medici, specializzandi, infermieri professionali. Insomma c'è un gioco di squadra di tante competenze, scientifiche e mediche in primo luogo, ma non solo. Esperienza dura ma fondamentale».

Il terzo studio a Vo' in partenza il 25 aprile
Il virologo Andrea Crisanti: «Un giorno ho preso coraggio e ho telefonato a Zaia senza conoscerlo spiegandogli che a Vo' si era creata una situazione epidemiologica unica. Da qui i due campionamenti svolti che ci hanno fatto capire che così si può eliminare il contagio. Se ci saranno in futuro nuovi focolai, la ricetta per eliminarli è quella tracciata a Vo'. Adesso parte un terzo studio a Vo', con un terzo tampone, per capire cosa succede quando il virus si trasmette da un individuo all'altro- Vogliamo poi studiare la genetica di tutti gli abitanti del paese e in alcuni casi anche arrivare al completo tracciamento del genoma per identificare persone potenzialmente resistenti o suscettibili. Vorrei ringraziare tutta la popolazione e il sindaco per la loro estrema disponibilità». I test sierologici: «Vo' è la situazione ideale per capire quali sono le risposte anticorpali di tutti gli abitanti e quindi per capire l'effettiva validità di questi test».

Le riaperture a maggio: «E' fondamentale indossare le mascherine - dice Crisanti - Vi assicuro che hanno effetto, in ospedale a Padova i medici contagiati le usavano e abbiamo avuto zero contagi tra i colleghi. In generale osservo che non si può riaprire senza creare capacità di reazione che significa capacità di fare diagnosi e intervenire dove dovessero riapparire eventuali focolai. La app è fondamentale per poter rintracciare chi è contagiato».

Vaccino anti-tubercolosi per il coronavirus? «E' un'ipotesi tutta da dimostrare che comporta tra l'altro alcune conseguenze. Oltretutto quello anti tbc è un vaccino non standardizzato, se fatto in Russia è diverso dal vaccino fatto in India o in Italia».




LA DIRETTA DEL GOVERNATORE LUCA ZAIA




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Zaia: non dormo da 2 mesi ma rifarei tutto

Da due mesi in trincea, dal 21 febbraio a oggi. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, racconta al Gazzettino la sua guerra al coronavirus, a partire da quella telefonata che lo informava dei primi contagi a Vo’ Euganeo. E ancora: le scelte decisive, ma anche l’insonnia e gli errori. L’incubo peggiore: «A marzo i grafici stimavano 600 terapie intensive: ho avuto paura». «Cosa rifarei? Certamente i tamponi a Vo’. Anche se siamo in un Paese nel quale è più facile andare nei guai se fai qualcosa per il bene della tua gente che se non fai niente. Di notte non dormo da due mesi, ma rifarei tutto».

Luca Zaia: «I miei due mesi in guerra: non dormo, ma rifarei tutto»



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Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 00:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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