Padova-Manchester, sfida stellare
In palio la nuova Mecca dello spazio

Martedì 10 Marzo 2015 di Nicoletta Cozza
Padova-Manchester, sfida stellare In palio la nuova Mecca dello spazio
La sfida del cielo tra Padova e Manchester va ai... supplementari. E che all’ombra della Specola si sia accettato di giocarla, dato tutt’altro che scontato alla fine della scorsa settimana, è stato confermato proprio ieri al termine di una serie di incontri che si sono tenuti a Roma e a cui ha partecipato anche il professor Massimo Turatto, direttore dell'Osservatorio Astronomico patavino.

Il problema nasce dal fatto che, proprio nel momento in cui la città Santo sembrava avere vinto a pieno titolo la concorrenza inglese, con tanto di documento firmato all’unanimità dall’apposita commissione internazionale super partes, adesso la partita è di nuovo tutta da disputare, perché oltremanica, non avendo accettato la "sconfitta", stanno facendo di tutto per aggiudicarsi la proposta di Ska Organisation, per la realizzazione del quartier generale dell’Astrofisica, dove si insedieranno i cento ingegneri che nei prossimi 50 anni elaboreranno i dati che arriveranno dallo spazio e che sarà operativa alla fine del 2017, cioè prima dell'inizio della costruzione del network di radiotelescopi Ska, in Australia e in Sudafrica. Non è più sicuro come pareva qualche giorno fa, quindi, che nell’ex castello carrarese, a due passi dall'Osservatorio dove Galileo studiava stelle e pianeti, si insedi il più importante centro di ricerca internazionale del futuro, nonostante i commissari, dopo aver visitato l’ex penitenziario e la Specola, aver parlato con il ministro Stefania Giannini e con quattro sottosegretari che hanno assicurato la disponibilità economica (circa 10 milioni di euro), abbiano affermato senza esitazioni che la location padovana è di gran lunga più adatta, sotto tutti i punti di vista, di quella di Manchester.

Nella città inglese, però, è scoppiato il putiferio, con pressioni internazionali al limite dell’incidente diplomatico e quindi la giuria ha optato per un "supplemento d’indagine". Nel frattempo i tabloid anglosassoni si sono scatenati nel sostenere la candidatura inglese, forti del fatto che comunque attualmente la sede provvisoria è già operativa al Jodrell Bank Observatory, che si trova a una cinquantina di chilometri appunto da Manchester. Proprio per questo mai e poi mai avrebbero ipotizzato che la concorrenza di Padova avrebbe potuto impensierirli. Gli esperti inglesi, dal canto loro, si sono subito rivolti ai membri della commissione e, pur avendo ammesso a denti stretti che la comunità astronomica di Padova è superiore alla loro, e riconoscendo che vicino al castello carrarese c’è un’adeguata area attrezzata con hotel e strutture ricettive (alle Terme), rilanciano le loro quotazioni, affermando che però gli astrofisici inglesi vantano una maggiore tradizione legata all’utilizzo dei radiotelescopi.

«La scelta di Padova - osserva amaramente Giovanni Bignami, presidente Inaf - sembra avere spinto a considerare nuovi requisiti che in un primo tempo non erano stati ritenuti vincolanti e che successivamente sono parsi invece determinanti. Siamo ancora in corsa, ovviamente, e adesso risponderemo alla richiesta di approfondimento».

«La decisione - rincara Massimo Turatto, dopo le riunioni nella capitale - di un supplemento di indagine, con l'aggiunta di nuovi criteri di selezione, ci ha amareggiato. In queste ore ci siamo consultati con i rappresentanti dei ministeri coinvolti, cioè Esteri e Miur, e insieme abbiamo stabilito di stare al gioco e di disputare la partita fino in fondo. Non abbiamo ancora ben chiaro che cosa ci chiederanno, ma siamo convinti che alla fine vinceremo. Puntiamo a portare a casa il risultato pieno. Il grande centro dell’Astrofisica mondiale dovrà essere realizzato a Padova».

La risposta definitiva della commissione dovrebbe arrivare verso il 20 aprile.

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