Venezia. "Guerra" alla cacca dei cani: «Usato spray al peperoncino, a base di ormoni e candeggina. Il problema sono i padroni»

Giovedì 18 Gennaio 2024 di t.borz - m.gasp
"Guerra" alla cacca dei cani: «Usato spray al peperoncino, a base di ormoni, candeggina. Il problema sono i padroni»

VENEZIA - Le segnalazioni di deiezioni canine sparse senza esser raccolta arrivano un po' da tutta la città. Emblematici sono però alcuni casi, a partire da Sant'Elena, ma anche Barbaria de le Tole, dove il problema è delicato e riguarda anche le pipì, e la Giudecca, che vede l'isola lagunare costringere i bimbi a slalom per andare a scuola. Per i residenti di Castello ormai è difficile muoversi senza rischiare di pestarne una, le ore più "gettonate" per far passeggiare i cani, come nel resto della città, sono quelle del primo mattino e del tramonto.

Gli stessi momenti in cui si registrano "esodi" verso le aree verdi della città, come Sant'Elena, luogo da cui ormai i bimbi faticano a tornare a casa incolumi.

LE TESTIMONIANZE

«La Barbaria è fatta a schiena d'asino, quindi quando un cane fa la pipì, questa inesorabilmente scivola verso i lati, finendo a ridosso delle porte. Per le cacche invece so che è stato provato di tutto: spray a base di ormoni, che hanno anche un costo, spray al peperoncino, candeggina. Niente da fare, è sempre peggio», racconta un residente, che precisa: «Non ce l'abbiamo coi cani, ma con i padroni. Ci sono poi quelli che raccolgono e mettono dentro i sacchetti, ma poi li lasciano in giro, come si vede nei pressi del Barbarigo. Chi sporca, dovrebbe pagare. E magari ripulire». Altro tema che è esploso in città riguarda le aree dedicate ai bambini. Spesso, a macchia di leopardo, i parchi-giochi sono le stesse zone dove i padroni portano a far correre i propri amici a quattrozampe. Un fatto necessario per il benessere degli animali, che però si scontra con l'inciviltà di chi non rispetta l'altro e lascia le deiezioni per terra pur di non raccoglierle. Le calle de l'Olio o calle de le Erbe, ma anche la zona ex Junghans alla Giudecca sono un esempio negativo. Ogni mattina i piccoli che vanno verso la Duca d'Aosta sono costretti a percorsi alternativi. E se alle prime ore del giorno gli occhi faticano a stare aperti, con il rischio di arrivare già "colpiti", al ritorno le cose non cambiano. Per questo, dall'istituto scolastico i bambini sono stati incentivati a coltivare il rispetto per gli animali, ma allo stesso tempo anche a sensibilizzare gli adulti attraverso lo strumento a loro più consono: il disegno. I piccoli studenti si sono dati da fare con pennarelli e colori per cercare di far capire che la convivenza degli spazi parte proprio dal rispetto di ciascuno. E così, da un lato è comprensibile che i cani siano lasciati correre per sfogare le loro esigenze, ma dall'altro, aree come l'aiuola che si trova vicino alla Duca d'Aosta, o il parchetto giochi poco distante, devono esser ripulite da chi vi porta i propri cani.
Un problema di inciviltà, ma frutto anche di una carenza di cestini o di luoghi di raccolta presenti nella città antica. Marco Scarpa, fruttivendolo veneziano la cui attività ha sede in rio Terà Farsetti, a Cannaregio, nonché proprietario di Klaus, bassotto a pelo lungo, stigmatizza così i comportamenti scorretti di quei residenti che portano a spasso il proprio amico a quattro zampe. «Raccogliere gli escrementi è un dovere, ma dove buttarli una volta raccolti negli appositi sacchetti? Non è sempre cosa facile, tanto che se ne vedono tanti di abbandonati agli angoli delle calli e lungo le fondamente. Dal cestino posizionato vicino al ponte delle Guglie commenta il giovane, che racconta che il tema ha tenuto vivo il dibattito, ieri mattina, nel suo negozio poi non se ne trovano altri fino a campo Santa Fosca. Sono perfettamente d'accordo sull'aumentare le multe per i trasgressori (e a mio avviso potrebbero essere anche più elevate), ma la questione dei cestini va risolta. Devono essere predisposti più punti di raccolta». Un ragionamento strettamente connesso anche alla questione del tanto dibattuto contributo d'accesso, ormai ai nastri di partenza. «Nel momento in cui un turista paga per entrare a Venezia analizza Scarpa è giusto fornirgli determinati servizi, garantendogli la possibilità di smaltire i rifiuti agevolmente e presentandogli un contesto urbano pulito». Nella zona di San Girolamo, dove il ragazzo risiede e porta in giro Klaus per i suoi bisogni quotidiani, Scarpa riferisce come il fenomeno della non raccolta delle deiezioni dei propri animali domestici sia particolarmente evidente. Insieme a quello di persone che, una volta raccolte, non sanno dove gettarle. «Dovremmo forse riportarle a casa?».

ZERO CACCA

Sul tema, anni fa, era nato il gruppo Facebook "Zero Cacca", e nel 2021 Garanzia Civica aveva presentato un esposto chiedendo ad ogni quadrimestre un accesso agli atti della Polizia municipale per valutare il numero e l'ammontare delle sanzioni elevate ai sensi dell'art. 34 del Regolamento su Gestione rifiuti urbani (abbandono deiezione) e dell'art.11 del Regolamento di Igiene urbana (cani privi di guinzaglio). Il "tesoretto" raccolto era di circa 1500 euro. Volendo rimanere sulle cacche, il numero delle multe era di una nel primo quadrimestre, zero nel secondo, 1 nel terzo, per la precisione una alla Giudecca e una in terraferma.
«Anche nel 2020 l'ammontare delle multe era aumentato del 600 per cento» commenta il presidente dell'associazione Andrea Gusso.

Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 10:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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