In Friuli Venezia Giulia 6mila frane: l'impatto delle grandi opere sul territorio. La paura viene dalla montagna

Sono tutte inserite nel catasto che viene costantemente aggiornato. Alcune incombono su strade e centri urbani

Venerdì 6 Ottobre 2023 di Loris Del Frate
In Friuli Venezia Giulia 6mila frane: l'impatto delle grandi opere sul territorio. La paura viene dalla montagna

Realtà come quelle che hanno causato la morte di quasi 2mila persone con una parte della montagna caduta nel lago artificiale della diga del Vajont fortunatamente non ce ne sono più sul territorio. Ci mancherebbe. Anche se - questo è vero - ci sono opere già realizzate o in progetto che potrebbero avere un impatto devastante sul territorio ed hanno già sollevato proteste.

Prima tra tutti il proseguimento della strada da Sequals a Gemona.


TERRITORIO FRAGILE
Resta il fatto che il Friuli Venezia Giulia, come tutte le regioni che hanno montagne e nelle quali si è costruito, negli anni, anche dove non si doveva fare, è costellata da una serie di situazioni idrogeologiche che presentano grossi problemi. Tra questi i dissesti franosi sono sicuramente tra i fenomeni naturali (anche se in diversi casi causati dall’incuria umana, anche in regione) più eclatanti e pericolosi. La frana, di fatto è un processo geomorfologico e indica qualsiasi movimento di una massa di roccia, terra o detrito, lungo un versante. Una caduta, dunque, dall’alto verso il basso. Esattamente come era accaduto per il Vajont. In tale categoria rientrano anche i fenomeni di abbassamento del terreno che possono sviluppare anche in zone sub - pianeggianti.


I NUMERI
La quantità di frane, piccole, medie e grandi che sono presenti sul territorio del Friuli Venezia Giulia è impressionante. Già, perché complessivamente si contano più di seimila fenomeni franosi, mentre poco meno di tremila sono segnalazioni di eventi che hanno perlopiù un’importanza storica. Come dire che sono stati segnalati da tantissimo tempo. Non per questo sono meno pericolosi. E non si tratta di numeri messi a caso o indicativi, perchè negli uffici della Regione, nei municipi e nella sede della Protezione civile esiste un catasto delle frante che ha messo nero su bianco tutte le situazioni in cui si sono registrati smottamenti del terreno. La Regione, infatti si occupa del censimento di tutti questi fenomeni definendone le caratteristiche geometriche, classificandone la pericolosità e monitorandone l’evoluzione nel tempo. L’obiettivo ultimo di questo progetto iniziato anni fa è di disegnare un quadro aggiornato della franosità del territorio, valutando le possibili tecniche di intervento per programmare una ponderata pianificazione territoriale.


IL CATASTO
Il catasto delle frane contiene informazioni relative ai perimetri, alla pericolosità, agli elementi a rischio, alle opere di difesa e ai dati geomorfologici di dettaglio. Tutte le informazioni sono state restituite su carta tecnica 1:5000. In più, a supporto di quanto rilevato, la banca dati è stata implementata anche con materiale fotografico che congiuntamente con le foto aeree storiche, le ortofoto e le misurazioni effettuate con gli scanner di ultima generazione, hanno dato un supporto decisivo all’analisi evolutiva e all’attuale attività dei fenomeni.


GLI ENTI 
Il risultato ottenuto è il frutto di una collaborazione tra le diverse strutture regionali competenti, nonché con l’Autorità di Bacino dei Fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta - Bacchiglione e con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Ispra. La banca dati, ovviamente, è oggetto di continue verifiche finalizzate alla dinamicità e all’aggiornamento delle informazioni, per una corretta valutazione del rischio e dei relativi vincoli previsti dalla normativa.


CENTRI ABITATI
Nell’ambito delle attività sui dissesti, la Regione si occupa anche del monitoraggio costante di alcune frane che insistono su centri abitati o su strade che prevedono una viabilità massiccia o strategica. Gli studi vengono svolti mediante tecnologie avanzate e innovative, che hanno l’obiettivo di definire e quantificare in tempo reale i movimenti dei corpi franosi, per garantire la sicurezza e la pubblica incolumità delle persone e dei centro abitati che sono interessati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci