Anziana uccisa a Pantianicco, la figlia: «Non ho più pace, vogliamo giustizia»

Benita Gasparini aveva 89 anni, è stata uccisa in casa sua con due coltellate

Domenica 23 Luglio 2023 di Chiara Muzzin
Una foto della famiglia Gasparini

CASARSA (PORDENONE) - «Se si fosse trattato di una morte naturale, vista anche l'età avanzata della mamma, noi familiari piano piano ce ne saremmo fatti una ragione, ma così è difficile». Sono giornate dure per i parenti di Benita Gasparini, l'89enne uccisa mercoledì nella propria abitazione di Pantianicco, frazione di Mereto di Tomba.

Soprattutto per i cinque figli, che hanno perso in modo violento quella che era la colonna portante della famiglia. Il papà, Noè, era scomparso anni fa. Gianna Cisilino, residente da oltre quattro decenni a Casarsa, precisa che «la mamma stava bene. Aveva qualche acciacco legato all'età avanzata, a volte un lieve fastidio ad una gamba o un momento "smemorato", ma era in salute ed era molto autonoma. Si muoveva nell'orto, raccoglieva le uova delle galline e si occupava della casa».

L'attesa

Sono anche giornate di attesa, in cui si spera che «venga fatta giustizia». «Non sappiamo ancora niente sull'evoluzione dei fatti - spiega Gianna - e possiamo solo fare delle ipotesi. Non sappiamo da quante persone sia stata sorpresa la mamma e se sia successo quando lei era già in salotto oppure magari in cortile per poi essere condotta in casa. L'unica che saprebbe dirci come sono andate esattamente le cose era lei, che purtroppo non c'è più». I contatti tra i familiari sono costanti. «Ci sentiamo sempre al telefono - dichiara Gianna Cisilino - e quando occorre ci incontriamo di persona. È un dispiacere grande non aver mai potuto salutare la mamma e vedere che la casa, ora, è invalicabile». L'area dell'abitazione della vittima, infatti, in questi giorni è oggetto degli accertamenti tecnici e di alcuni sequestri da parte dei carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Udine. Domani, poi, il Ris di Parma arriverà a Pantianicco per analizzare la scena del crimine.

 

Il dolore

Mentre si cercano le varie tessere per ricostruire un brutto puzzle, l'autopsia ha rivelato che l'89enne è stata uccisa con due coltellate alla schiena, una profonda una quindicina di centimetri, che ha lesionato un polmone, l'altra più superficiale. Dettagli che fanno male ai familiari: «Ascoltiamo anche noi, come tutti - commenta Gianna - quello che succede e che emerge attraverso i telegiornali, con la differenza, rispetto agli estranei, che siamo coinvolti in questa storia». La ferita è aperta e «il pensiero è sempre in testa. La notte, soprattutto, è difficile stare in pace». Durante il giorno invece «ci si distrae». Gianna e il marito, Davide Cozzarini, residenti nella frazione di San Giovanni, stanno cercando di riprendere in mano la loro quotidianità. Lavorano nei campi, tra le vigne, procedono con le commissioni di casa e quando possono cercano di stare in compagnia con il resto della famiglia. Ieri la giornata è stata rallegrata dai sorrisi di una delle figlie e dei suoi tre bambini. «Non abbiamo detto niente ai piccoli - racconta Gianna -. Se accendiamo la televisione per loro è solo per i cartoni animati, non vogliamo impensierirli. Quando ci sentiremo pronti, spiegheremo che la bisnonna è volata in cielo». Le cause sono troppo pesanti per essere condivise con i bambini.

Il ricordo

La mamma, nonna, bisnonna e suocera Benita è ricordata dai suoi cari come una donna forte, che ha cresciuto sei figli con tenacia, ma allo stesso tempo con pacatezza e comprensione. «Eravamo sempre in contatto - conclude Gianna -, quando non ci si vedeva di persona, ci si sentiva al telefono per tenersi sempre aggiornate sulle piccole cose di ogni giorno».
«Buona o severa - aggiunge il marito Davide - la mamma è sempre unica, e per tutta la vita è la persona più importante». Quanto alle indagini, «speriamo che ci sia qualche spiraglio», sospirano i coniugi da San Giovanni. 

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