Il canto della Filologica mette in fila tre aggettivi per definire il friulano: salt, onest e lavorador.
IL BUSINESS
Non è finita. I numeri dati sino ad ora infatti, sono, come detto, legati al gioco legale. Se si sommano anche piattaforme illegali, macchinette truccate, il giro d’affari delle scommesse extra circuito tenuto in mano dalle varie mafie, si arriva quasi al doppio. C’è da aggiungere, insomma, almeno un altro miliardo e mezzo. Ecco, ora il quadro è abbastanza chiaro per capire che si tratta di un business che ha un volume d’affari gigante, sia per lo Stato che incassa i proventi dal gioco legale, sia per le organizzazioni malavitose, italiane e straniere, che invece controllano quello illegale.
DOVE SI SPENDE
Restiamo nell’ambito del gioco legale (non ci sono dati certi, ma solo stime, su quello illegale) per cercare di capire dove giocano e dove spendono i loro soldi i friulani. Ebbene, c’è subito da dire che la parte del leone la fanno i videopoker, le macchinette che si trovano in quasi tutti i locali, nelle sale slot e oramai ad ogni angolo. Poco importa se c’è crisi, manca il lavoro, crescono i poveri, c’è stata la pandemia (anzi è impennato il gioco on line): la cifra spesa nei videopoker (macchinette in generale) anno dopo anno, pur con un leggero calo, resta sempre altissima e arriva nel 2021 a un miliardo e duecentomilioni di euro. Non c’è paragone con nessuno degli altri giochi legali che si fermano a 25 milioni per il Bingo, 31 per Eurojachpot, Superenalotto e Winforlife, 8 milioni per le corse dei cavalli, 39 per le scommesse sportive (il calcio fa la parte del leone), 136 (sempre milioni) per le lotterie, 95 per il solo Lotto e 9 milioni per le scommesse virtuali, il gioco on line. Un quadro chiaro, dunque, quello dei Monopoli che non ha bisogno di grandi commenti. Ancora un dato per capire la propensione al gioco dei friulani. Se la Lombardia è la prima regione in Italia come mole di soldi spesi per i giochi d’azzardo legali, il Friuli Venezia Giulia è al nono posto della classifica, più in alto di altre regioni maggiormente popolose.
QUANTO A TESTA
Andando avanti si possono analizzare anche altri numeri che sono senza dubbio interessanti. Nel 2019 in regione erano presenti ben mille 197 punti gioco (dati Agenzie del Monopolio) con quasi 5 mila apparecchi dislocati tra bar, locali e sale apposite. In provincia di Pordenone gli apparecchi complessivi erano circa millecinquecento, suddivisi in 374 punti gioco presenti in 46 Comuni. In quest’ottica,. tornando, però, al dato regionale, sempre nel 2019 la spesa pro capite per il gioco raggiungeva all’anno i mille e 300 euro, calcolati, ovviamente, solo sui maggiorenni. Una circa decisamente alta. Il rovescio della medaglia è amaro e triste, oltre che economicamente dannoso per i singoli ludopatici e la collettività: i costi sociali per “riparare” i danni del gioco sono di circa duemila e 200 euro. Sempre pro capite.