Pordenone. La promessa strappata dal Comune: «Riapriremo il vecchio hotel Ottoboni»

Domenica 18 Febbraio 2024 di Marco Agrusti
L'ex Ottoboni

Un barlume di speranza per uno dei simboli degli anni d’oro di Pordenone. E allo stesso tempo anche la possibilità che il settore dell’accoglienza possa prendere una buona boccata d’ossigeno. La proprietà dell’edificio storico che ospitava il famoso hotel Ottoboni, infatti, nell’ultima interlocuzione con il Comune di Pordenone ha “sganciato” una promessa: in primavera si proverà a riaprire.

E se non sarà proprio la primavera, almeno c’è l’intenzione di farcela entro l’anno, considerando anche il fatto che la struttura non va bene così com’è e che all’interno i lavori da fare non sarebbero pochi. 


IL VERTICE


Sia il sindaco Alessandro Ciriani (prima) che l’assessore Elena Ceolin (più di recente) hanno avuto incontri e contatti con la proprietà che dovrebbe ridare vita all’Ottoboni di Pordenone. Durante l’ultimo di questi dialoghi, è emersa la volontà della proprietà di ripartire con il progetto entro la metà dell’anno in corso. «Non sono però stati dati tempi certi per la riapertura - ha spiegato l’assessore al Commercio, Elena Ceolin -. Contiamo almeno sull’inizio dei lavori di adeguamento». E il progetto non comprenderebbe solamente la riapertura formale dell’albergo agli ospiti - operazione cruciale ad esempio per le tante fiere che ormai popolano il polo espositivo di viale Treviso ma anche per accogliere i visitatori di Pordenonelegge - ma anche una nuova vita per il ristorante, magari in concessione e non direttamente gestito dall’albergo stesso. 


IL CONTESTO


Il “Palazzetto” ex Ottoboni, la barchessa e il giardino, sono la storia di Pordenone. Di quella del passato e di quella del presente. Con il decreto firmato dal ministro della Pubblica istruzione, il 18 luglio 1960 si dichiarava di interesse particolarmente importante l’edificio allora contraddistinto al civico 70 di corso Garibaldi. La motivazione era questa: si trattava di un «ricordo storico artistico della famiglia degli Ottoboni (Papa Alessandro VIII) nella zona di Pordenone che col giardino annesso e la barchessa residua, è un esemplare della architettura rustica cosiddetta veneta del XVII secolo». Di recente però le cose sono cambiate, perché il ministero della Cultura, dopo più di 60 anni, ha ridotto l’area tutelata al solo “Palazzetto”. Nelle immediate adiacenze del Palazzetto ex Ottoboni sono stati costruiti tre edifici residenziali di tipo condominiale, denominati: Condominio Ottoboni A, Condominio Ottoboni B e Condominio Ottoboni C, oltre alla relativa rampa di accesso allo scantinato. «La realizzazione delle strutture - si legge ancora nel documento ministeriale arrivato in Comune - ha sensibilmente ridotto l’annesso antistante giardino e obliterato la barchessa residua». A quel punto è intervenuto un decreto legislativo del 2004, che in caso di mutamenti sostanziali dello stato di fatto di un luogo consente la modifica del perimetro sottoposto a tutela. Ed è quello che è successo per l’area Ottoboni di Pordenone. L’avvio del procedimento di rinnovo della dichiarazione dell’interesse culturale sussiste quindi unicamente per il bene denominato Palazzetto ex Ottoboni. 

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