PORDENONE - È ufficiale. Il nuovo procuratore di Pordenone è Raffaele Tito. Proposto all'unanimità dalla Quinta Commissione, ieri mattina è stato nominato a capo della Procura din piazza Giustiano dal plenum del Consiglio superiore della magistratura. Non ha incontrato ostacoli lungo un percorso cominciato lo scorso settembre assieme ad altri undici candidati. Era il quarto in ordine di anzianità, ma davanti al plenum non ha avuto rivali, perchè tutti i consiglieri erano d'accordo sulla sua nomina.
Si insedierà a Pordenone tra una decina di giorni. Il procuratore generale Dario Grohmann aveva infatti promesso alla Procura che avrebbe accelerato i tempi disponendo l'anticipato possesso dell'ufficio rimasto vuoto la scorsa estate, quando il procuratore Marco Martani fu trasferito a Brescia e il pm Federico Facchin si accollò il peso di un ufficio sguarnito sia di sostituti procuratori sia di personale amministrativo.
Il pm che negli anni Novanta scoperchiò la Tangentopoli friulana e che con la direzione distrettuale antimafia ha combattuto per anni la criminalità organizzata in Friuli Venezia Giulia (soprattutto di matrice albanese), arriva a Pordenone con una veste nuova: dirigenziale. Nella sua relazione la Quinta Commissione tratteggia la figura di un procuratore manager. Uno stakanovista in grado di reggere grossi carichi di lavoro e con grandi capacità organizzative. Nel capoluogo friulano, in qualità di procuratore aggiunto, ha gestito l'accorpamento della Procura di Tolmezzo a quella di Udine reperendo locali, mobili, riorganizzando servizi di segreteria e sezioni di polizia giudiziaria. E forse è questo che da lui si aspetta una Procura come quella di Pordenone, messa in ginocchio dalla carenza di personale e dalla mancata ridefinizione della pianta organica dopo l'aggregazione del circondario di Portogruaro.
Ultimo aggiornamento: 16:03
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Il pm che negli anni Novanta scoperchiò la Tangentopoli friulana e che con la direzione distrettuale antimafia ha combattuto per anni la criminalità organizzata in Friuli Venezia Giulia (soprattutto di matrice albanese), arriva a Pordenone con una veste nuova: dirigenziale. Nella sua relazione la Quinta Commissione tratteggia la figura di un procuratore manager. Uno stakanovista in grado di reggere grossi carichi di lavoro e con grandi capacità organizzative. Nel capoluogo friulano, in qualità di procuratore aggiunto, ha gestito l'accorpamento della Procura di Tolmezzo a quella di Udine reperendo locali, mobili, riorganizzando servizi di segreteria e sezioni di polizia giudiziaria. E forse è questo che da lui si aspetta una Procura come quella di Pordenone, messa in ginocchio dalla carenza di personale e dalla mancata ridefinizione della pianta organica dopo l'aggregazione del circondario di Portogruaro.
