Quadri esposti, il ristorante deve restituirli agli eredi del pittore

Mercoledì 8 Gennaio 2020 di Cristina Antonutti
Leo Taffarelli
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PORDENONE - Spesso i pittori locali usano come vetrina i ristoranti per far conoscere le proprie opere d'arte. Anche il sacilese Leo Taffarelli - pseudonimo di Leonardo Taffarello - aveva esposto i propri quadri seguendo i criteri del comodato d'uso gratuito: le tele erano state consegnate soltanto per essere esposte, non dietro un compenso. Questo ha dato origine a una controversia con il ristorante Il Pedrocchino di Sacile, risolta dal giudice Francesco Petrucco Toffolo con la condanna a restituire agli eredi di Taffarelli - moglie e due figlie - 26 tele, esclusa l'opera L'ultima cena, l'unica per la quale è stato possibile dimostrare che l'artista era stato compensato da Giampiero Dalla Torre, legale rappresentante del ristorante. La sentenza non ha affatto chiuso la vicenda, perchè Dalla Torre, tutelato dall'avvocato Anna D'Agostino, l'ha appellata e a febbraio il caso verrà discusso in Corte d'appello a Trieste.

Le eredi di Taffarelli, tutelate dall'avvocato Silvia Querini, nel 2016 avevano chiesto la restituzione delle opere. «Lo stesso pittore - rileva il legale - prima di morire aveva raccomandato alle figlie di ritirare i quadri esposti nel locale». Dalla Torre ha sempre dichiarato di aver acquistato i quadri direttamente dal pittore e di aver poi concesso al ristorante di esporli. Avrebbe acquistato e pagato regolarmente 24 tele tra il 2002/2003 e altre tre nel 2013. Nella decisione del giudice ha pesato il fatto che nel corso del procedimento civile non è stata depositata alcuna prova che potesse confermare i pagamenti. Non ci sono contratti e non ci sono ricevute.
I testimoni chiamati a far chiarezza sul caso hanno fornito indicazioni hanno riferito che, dopo aver avuto difficoltà a vendere le sue opere, Taffarelli decise di consegnarle soltanto a scopo espositivo. Un cameriere ha invece raccontato di aver servito da bere al pittore e all'imprenditore mentre si accordavano per la vendita de L'ultima cena e di altri due quadri di cui non ha saputo indicare i titoli. Secondo il giudice, l'acquisto delle opere d'arte esposte nel ristorante non è stato comprovato, se non per L'ultima cena. Per questo ha disposto la restituzione di tutti gli altri 26 quadri. Al momento le opere non sono ancora rientrate nella disponibilità delle tre eredi del pittore. Sarà adesso la Corte d'appello a valutare il singolare caso.
 
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