MANIAGO - Nella giornata di martedì, attorno alle 12, c’è stato un po’ di trambusto all’ufficio delle Poste Italiane di Maniagolibero.
IL DISAGIO
La cosa non desterebbe grande stupore se non per il fatto che l’utente si era già presentato altre due volte precedentemente per ottenere questo rimborso che, normalmente, viene eseguito in pochi minuti, senza necessità di preavviso o appuntamento. «Il 25 novembre - spiega l’uomo - mi sono presentato per la prima volta allo sportello e l’operatore, scusandosi per il malfunzionamento dell’apparecchiatura, che non riesce a leggere il codice del documento, mi ha invitato a recarmi presso un altro ufficio, perché il tecnico per la riparazione non sarebbe arrivato prima di qualche giorno. Mi sono diretto immediatamente a Campagna, dove lo sportellista ha fatto sapere di non poter svolgere l’operazione nell’immediato, perché questo era compito esclusivo dello sportello di emissione e che, quindi, sarebbe stato meglio, piuttosto di adottare procedure straordinarie di difficile utilizzo, aspettare pochi giorni l’intervento del tecnico e ritornare all’ufficio di Maniagolibero». «Il 28 novembre lo scanner non funzionava ancora e il pagamento non era ancora possibile - prosegue il racconto del cliente -: amareggiato ho lasciato trascorrere 15 giorni e sono ritornato, per la terza volta, il 12 dicembre. Di fronte al guasto non ancora riparato ho minacciato di chiamare la forza pubblica. Il giovane sportellista ha cercato tutti i modi di risolvere il problema manualmente, ma serviva l’autorizzazione della direzione, che non si è riusciti a ottenere dopo una decina di telefonate infruttuose. A quel punto mi ha nuovamente suggerito di recarmi in un altro sportello della zona spiegandomi, con molta professionalità e competenza, che il pagamento non avrebbe potuto comunque essere completato in meno di una settimana. Ho deciso di desistere anche per non creare ulteriore disagio e problemi al resto degli utenti in coda che necessitavano del servizio».
L’APPELLO
«Adesso faccio questo appello pubblico - conclude il maniaghese - per conoscere le cause che portano lo sportello di un ufficio periferico a non riuscire a effettuare una banale operazione di rimborso di un buono fruttifero, perché l’unica macchina in dotazione non funziona e non si riesce a far arrivare un tecnico per ripararla. Il mio pellegrinaggio ha visto tappe in sportelli diversi per avere un rimborso di poche migliaia di euro. Soldi miei, di cui ho diritto a entrare in possesso subito, perché mi servono per le mie incombenze quotidiane».