Paff, il fumetto diventa motore del rilancio

Venerdì 26 Gennaio 2018 di Clelia Delponte
Paff, il fumetto diventa motore del rilancio
PORDENONE - Il fumetto come fil rouge dello storytelling della vita culturale della città in dialogo con tutte le altri arti e i festival cittadini più importanti. Questo è il sogno di Giulio De Vita per il Paff, Palazzo Arte e Fumetti Friuli, studiato su misura per la Galleria Pizzinato.

IL PROGETTO
Il progetto di base è stato elaborato già 6 anni fa, «Ma afferma De Vita siccome io sono un artista, mi sono fatto affiancare da un team di figure professionali esperte di management, museologia e comunicazione, che si sono messe a mia disposizione gratuitamente, condividendo questo sogno anche in quanto genitori di bambini piccoli; pensando dunque a creare qualcosa di bello e nuovo per le future generazioni».
Quali sono le premesse? «Una situazione unica, ovvero un movimento fumettistico che per concentrazione, visibilità e fama, rispetto alla percentuale di abitanti non ha paragoni. Abbiamo un altissimo numero di artisti di diverse generazioni ne ricordo solo alcuni Davide Toffolo, Emanuele Barison, Romeo Toffanetti, Giancarlo Tenenti, Paolo Cossi, Gianluca Maconi, Marco Tonus, Alessandro Micelli, Natascia Raffio e la metà lavora a livello internazionale. E, parallelamente, abbiamo un alto numero di studiosi, esperti, collezionisti, appassionati. E in questo caso ricordo Salvatore Oliva (che fu il primo a osservare il fenomeno fumetto pordenonese e a darne consapevolezza), Paola Bristot, Vincenzo Bottecchia, Andrea Alberghini».

DUPLICE OBIETTIVO
Quali gli obiettivi? «In città ci sono già importanti festival dedicati a cinema, letteratura, teatro. Il fumetto è qualcosa che manca e avrebbe oltretutto il pregio di intercettare una fetta di pubblico che non sia già coinvolta negli altri eventi. Il fatto che il fumetto sia considerato un'arte minore - sostiene De Vita - diventa così punto di forza per attrarre persone che sono diffidenti verso proposte che percepiscono d'élite. Per le sue caratteristiche il fumetto, può esser particolarmente seducente nei confronti dei giovani e degli anziani, può parlare più facilmente alle fasce culturali più basse e anche farsi strumento di integrazione culturale in una provincia che vede un'alta presenza di immigrati, cui si aggiungono gli americani della base Usaf. Primo obiettivo è dunque intercettare una nuova fascia di pubblico rispetto a quella che già frequenta tutti gli altri eventi culturali. Io vedo il fumetto come trait d'union tra cultura alta e cultura popolare, quello che può rimescolare le carte e come effetto collaterale abbattere la diffidenza che hanno alcuni nei confronti di musei, biblioteche, chiese, luoghi culturali tradizionali. Anche per questo lo vedo come un luogo che non sia assimilabile a un museo tradizionale a partire dal nome che ho pensato per esso, Palazzo. Altro obiettivo è rivalutare la Galleria Pizzinato, struttura collocata in un parco splendido ricco di alberi, con tanto di laghetto, ma purtroppo percepito come periferico, pur essendo a 5 minuti dal centro».
 
IL PERCORSO
Quali le modalità? «Innanzitutto il dialogo: con il territorio, con le realtà culturali locali e con le altre discipline. Il fumetto come veicolo artistico, ma anche divulgativo, penso ad esempio al progetto il Mantello di carta, nato per appoggiare e diffondere le cure palliative pediatriche. Dovrà essere un polo regionale - sostiene De Vita -, dal quale dovrebbero partire sinergie e collaborazioni internazionali. L'attività dovrebbe coprire tutto l'anno e declinarsi su tre livelli: collaborazioni con realtà culturali, istituzioni ed enti privati locali, collaborazioni a livello nazionale e collaborazioni a livello internazionale. E questi sono i settori che si dovranno sviluppare: esposizioni, attività didattica e divulgativa e formazione. Il tutto con un occhio particolare al marketing, ovvero alle strategie di comunicazione».
E per l'eventuale direzione artistica? «Io non sono un politico, un imprenditore, un agente - mette in chiaro De Vita -. Sono un artista e ho delle visioni. Con l'associazione Vastagamma ho fatto da talent scout promuovendo con pochissimi mezzi almeno 150 giovani artisti. Ma se il Paff diventerà realtà dovrò necessariamente appoggiarmi a un comitato scientifico».

I PRIMI NODI
Non è ancora nato e già se ne parla molto: «Effettivamente - riconosce De Vita -, rispetto al progetto da me elaborato, non esistono strutture analoghe in Italia. Le uniche paragonabili sono il Centre Belge de la Bande Dessinèe o il Musee Hergè di Bruxelles. La sua esclusività, e oltretutto la sua collocazione in un piccolo centro e non in una metropoli, gli darebbe occasione di emergere, dando lustro a tutta la città. Anche l'affiliazione degli appassionati di fumetto porterebbe ulteriore visibilità internazionale. Per lavoro sono molto all'estero e questo progetto suscita grandissimo interesse: sono usciti articoli in Olanda, in Belgio e in Francia. Spero davvero che possa concretizzarsi, perché questo è il momento giusto per la mia generazione (classe 1971, ndr) per lasciare il segno in città e donarle un progetto innovativo, confermando Pordenone come città fuori dagli schemi capace di arrivare a picchi di eccellenza».

Nel 2019 è in programma alla Galleria Pizzinato la mostra sul Pordenone, non ci sarà un conflitto? «Assolutamente no - ne è certo De Vita -. Proprio per le modalità di apertura e scambio che sono alle base del progetto. Anzi. Il fumetto potrebbe fare la sua parte. Penso solo ai lavoro grafici realizzati sul Pordenone da Alberto Magri. Ad ogni modo il 2019 è lontano e noi abbiamo già messo i ferri in acqua per il 2018, partecipando ai bandi regionali, con il Comune di Pordenone come partner, per una esposizione, che sarà un po' un assaggio di come io vedo il Paff».
Altro nodo. La docente (Accademia di Belle Arti di Venezia) e curatrice Paola Bristot si è lamentata pubblicamente di non essere stata coinvolta... «Io sto lavorando per tutta la realtà fumettistica e le porte sono aperte a chiunque voglia collaborare, dunque anche a lei - taglia corto De Vita -. Il primo passo che farò non appena ci sarà qualcosa di più concreto rispetto all'interesse manifestato dal Comune, sarà proprio di convocare una Adunanza, con tutte le associazioni del territorio e i privati per spiegare il progetto e chiedere la collaborazione di tutti».
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