Pordenone. Aggrediscono un compagno
di classe e mettono il video su Facebook

Mercoledì 9 Febbraio 2011
Due fotogrammi del filmato dei bulli messo su Facebook
PORDENONE - Aggrediscono un compagno di classe e mettono il filmato su Facebook. La sorella lo scopre, informa la madre, e parte la denuncia alla Polizia. accaduto alla scuola media "Centro storico" di Pordenone. La denuncia è partita dopo il ricovero del ragazzo al pronto soccorso, dove i medici gli hanno riscontrato traumi e contusioni.



Nei fotogrammi del video si vede il ragazzo cadere a terra, preso a calci e pugni da alcuni compagni. La madre del ragazzo - che ha consegnato il video agli inquirenti - ha detto di aver fatto la denuncia «non solo per quanto accaduto a mio figlio, ma anche perché voglio continuare a credere di poter vivere in una società civile».



«I ragazzini non si sono nemmeno resi conto della sciocchezza che hanno fatto e della gravità del loro comportamento e quando li ho convocati si sono stupiti di tanto clamore, credendo di aver fatto soltanto una bravata adolescenziale»: lo ha affermato, interpellata dall'Ansa, Luciana Renna, preside della scuola media "Centro Storico" di Pordenone. «Il nostro istituto, da anni, propone progetti contro questo fenomeno - ha precisato Renna - e anche in questa circostanza, una volta appreso dell'accaduto, ci siamo mossi per sensibilizzare ragazzi e genitori sulla tematica. Inoltre - ha aggiunto il dirigente - stamani ho incontrato quasi tutti i familiari dei ragazzini che hanno portato quel video, riscontrando totale disponibilità alla collaborazione per debellare questa piaga. Gli stessi genitori si sono anche assunti le responsabilità di quanto accaduto, sollevando l'istituto da qualsiasi coinvolgimento».



«Infatti - ha detto ancora la preside - non posso tacere il fatto che gli episodi contestati agli studenti sono accaduti al di fuori dell'orario scolastico, di pomeriggio e in pieno centro città: la scuola non può essere additata per ogni cosa che accade a chi la frequenta. I nostri progetti educativi mirati sono sotto agli occhi di tutti e quanto accaduto ci spingerà ad aumentare ancora l'attenzione per questa problematica, ma è troppo facile scaricare tutto sulla scuola».
Ultimo aggiornamento: 11 Febbraio, 15:51

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