Boom di turisti in montagna, interventi di soccorso alpino quasi raddoppiati in due anni

Giovedì 19 Agosto 2021 di Mauro Rossato
Boom di turisti in montagna, interventi di soccorso alpino quasi raddoppiati in due anni
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PORDENONE/UDINE Il numero degli interventi portati a termine dalle dieci stazioni del Soccorso Alpino e Speleologico del Friuli Venezia Giulia appare in crescita costante.
Solo negli ultimi quattro giorni la media è stata di sei interventi ogni 24 ore e, spulciando le statistiche annuali, si nota come questi interventi siano quasi raddoppiati tra il 2019 (294) e il 2020 (453). Anche il 2021 sembra seguire questo trend, con 281 soccorsi effettuati da inizio anno fino al 17 agosto, rispetto ai 276 dello stesso periodo del 2020.
«Le ultime due annate possono essere considerate eccezionali – racconta il presidente regionale dello Cnsas Friuli Venezia Giulia, Sergio Buricelli – ciò è imputabile a una frequentazione della montagna ben maggiore rispetto al passato. La montagna in era Covid è stata letteralmente presa d’assalto ed è chiaro che aumentando i numeri siano anche aumentati gli incidenti. Ma su questo punto ci terrei a fare una precisazione. Sono rari i casi imputabili a scarsa preparazione o a materiali inadeguati. Purtroppo in montagna gli incidenti capitano ed è nostro dovere fare prevenzione e giusta informazione. Invitando i frequentatori delle zone ad arrivare preparati, muniti di materiale tecnico e con gli zaini predisposti per poter passare alcune ore coperti ed in sicurezza anche in caso di infortunio. Bisogna anche prestare attenzioni al meteo, pur sapendo che la nostra regione in questo senso è parecchio instabile ed imprevedibile anche per i professionisti. Poi c’è sempre il 112 che ci può avvisare in caso di bisogno. L’ambiente naturale è più pericoloso di quello cittadino e le conseguenze anche di piccoli errori sono più evidenti. In un anno sono veramente rari gli incidenti dovuti a sola impreparazione o imperizia. Poi il nostro è un ambiente che seleziona già gli escursionisti che possono arrivare in alta quota, perché non è possibile arrivarci quasi direttamente in auto».
 Su quanto personale può contare il vostro servizio?
«In tutto siamo 370 volontari. 310 fanno soccorso alpino, mentre i restanti 60 si occupano della parte speleologica. Principalmente ci occupiamo di soccorrere gli escursionisti, settore che occupa circa il 60% dei nostri interventi. Poi ci sono soccorsi per gli alpinisti, lo sci alpinismo e, in crescita, quelli per gli incidenti in mountain bike. La nostra è poi una regione particolarmente vocata al volo libero, perciò capita di soccorrere atleti che si esercitano col parapendio specialmente a Meduno sul Monte Valinis e a Gemona, sul Monte Quarnan».
Quali sono le zone statisticamente più soggette ad intervento?
 «La zona più frequentata è quella del Tarvisiano e ci sono pure gli impianti di risalita che permettono bene o male a tutti di arrivare in alta quota, anche quelli meno abituati o adatti. Di conseguenza è la zona dove c’è un numero storicamente maggiore di incidenti. Ad esempio, quest’anno la stazione più attiva è quella di Udine-Gemona. Nel Pordenonese le due che lavorano di più sono quella di Maniago e quella della Valcellina»
 Quanto costa un intervento? Ci sono casi nel quale diventa a spese dell’utente?
«Il nostro è un lavoro di volontariato, le cui spese sono coperte dalla Regione.

Le spese maggiori derivano dall’eventuale intervento dell’elisoccorso. La base della nostra scelta e della nostra filosofia è quella di mettersi a disposizione e dare una mano a chi si dovesse e trovare in difficoltà nell’ambiente che noi amiamo. Sapendo che potremo anche noi un giorno averne bisogno. Non percepiamo compensi, salvo alcune figure professionali come i piloti. In regione non è ancora prevista una compartecipazione degli escursionisti alle eventuali spese di soccorso. Altre regioni la applicano, ma dimostrare l’imprudenza è comunque complicato e ci si addentra in un ginepraio di cause e ricorsi»

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 C’è qualche intervento che le è rimasto impresso? 
«A metà febbraio in Val Venzonassa siamo riusciti a ritrovare e a soccorrere un escursionista triestino che era disperso da una settimana, a seguito di un infortunio in quota. Riportarlo a casa vivo è stata una grande emozione e ha anche dimostrato la bontà dell’organizzazione della nostra struttura di soccorso che opera in perfetta sinergia e armonia e cooperazione con la Protezione Civile e la sanità regionale. Siamo uno degli ingranaggi di questa macchina che funziona e gli interventi riusciti ripagano tanti sacrifici».

Ultimo aggiornamento: 08:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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