SACILE - «È mancata una brava persona». Questo è il commento che tutti hanno voluto sottolineare alla notizia della morte di Gianpaolo Presotto, 71 anni, pensionato, sacilese di adozione essendo giunto in riva al Livenza nel 1950, ex presidente della Sacilese, che portò ai vertici calcistici nazionali con la conquista della serie C.
UN MAESTRO DI VITA
Commosso il ricordo del genero Marco Bottecchia, marito di Michela, uomo di punta della Lega calcio a livello locale e provinciale, che ha definito Gianpaolo «un maestro di vita». Nato a Mansuè, in una famiglia che, come tante famiglie italiane, ha conosciuto l'emigrazione in Argentina, Gianpaolo ha trascorso alcuni anni della sua giovinezza oltre l'oceano. Tornata in Italia, la famiglia si è insediata a San Quirino, dove Gianpaolo è cresciuto e ha iniziato la sua vita lavorativa come autotrasportatore nell'azienda dei suoceri. A 25 anni il matrimonio con Lidia Nadal, poi allietato dalla nascita di Michela, Francesca ed Elisa; quindi il trasferimento a Fagnigola di Azzano Decimo e l'acquisto di un mezzo con il quale ha proseguito in proprio l'attività di autotrasportatore fino alla meritata pensione. Il suo trasferimento a Sacile risale agli anni Cinquanta. Accanto all'attività lavorativa Presotto ha, fin da giovane, coltivato una grandissima passione per il calcio e, dopo una breve esperienza agonistica (è stato nelle giovanili del Pordenone e nel San Quirino), ha proseguito come dirigente della Sacilese a partire dal 2004, società della quale è diventato presidente nel 2008.
LA CONQUISTA DELLA SERIE
CSotto la sua presidenza la formazione biancorossa ha iniziato la scalata nelle varie categorie regionali e interregionali, fino ad approdare alla serie C nazionale. Nel 2016 ha lasciato, mantenendo comunque sempre un forte legame con le presidenze che si sono succedute. La sua pur forte fibra ha ceduto, dopo una lunga e debilitante malattia che lo ha visto spegnersi in questi ultimi mesi. «Ricordiamo Gianpaolo Presotto come una brava persona», è il pensiero unanime di chi lo ha conosciuto. Una persona che si è dedicata con generosità, oltre che alla propria famiglia, anche alla comunità. È sempre stato vicino al mondo dell'associazionismo e del volontariato: lo ricordano i componenti dell'associazione Comunità di Nuova Ronche e San Michele, impegnato nell'organizzazione della Sagra di San Michele; ha retto istituzionalmente ed economicamente la società calcistica sacilese per circa 10 anni. È stato l'amico di tutti, che sapeva stare tra la gente mantenendo sempre un profilo umile, educato e sobrio. Nella sua vita sociale è sempre stato vicino alle persone più deboli, aiutandoli come poteva. E non caso le offerte raccolte alla cerimonia funebre saranno devolute al centro Anfass Locatelli di Pordenone, che si occupa di disabili psichici gravi e gravissimi. I funerali saranno celebrati lunedì pomeriggio, nel Duomo di San Nicola vescovo.