Incidente Pordenone. Morto il campione Mario De Marchi, aveva gareggiato con Mennea e Borzov

Un ingegnere atleta che aveva lavorato anche alla Nato e alla Olivetti. Ha sfiorato la partecipazione alle Olimpiadi

Venerdì 30 Settembre 2022 di Cristina Antonutti
Mario De Marchi, campione velocista morto in un incidente stradale

PORDENONE - Un ingegnere-atleta. Mario De Marchi, 72 anni, figlio di emigranti originari di Valvasone, era cresciuto in Belgio. Aveva studiato fino a laurearsi in Ingegneria informatica, lavorato alla Nato dopo una breve esperienza alla Olivetti. E, soprattutto, aveva gareggiato con la nazionale di atletica leggera. La vittima dello spaventoso incidente stradale di ieri pomeriggio, in viale Treviso a Pordenone, era un velocista che volava sui 100, 200 e 400 metri. Ha sfiorato anche le Olimpiadi. La staffetta 4x400 si era qualificata, ma il Belgio ha dovuto scegliere chi lasciare a casa. I velocisti o la squadra di hockey su prato? E così De Marchi ha dovuto guardarsi alla televisione le gare di Montreal. Era forte. Correva i 100 metri in 10'36. Aveva gareggiato alla Pasqua delle stelle con atleti del calibro di Pietro Mennea e del russo Valerij Borzov, il missile a due gambe. Compagno di stanza di Ivan Van Damme, mezzofondista medaglia d'argento a Montreal, partecipava sempre alle cerimonie per ricordare l'amico morto a 22 anni mentre rientrava dopo aver partecipato a una trasmissione televisiva.

A riunirli, adesso, è stato lo stesso crudele destino.


GLI ALLENAMENTI
In Belgio De Marchi lascia una figlia nata dal primo matrimonio. Aveva poi incontrato Gloria Ragogna, un'unione solida, un grande amore, come quello per le sue radici. Ogni anno trascorreva lunghe vacanze in Friuli. Ed è in Friuli, a Pordenone, che ha voluto tornare una volta andato in pensione. Ha lasciato Anderlecht, ha costruito la casa e ritrovato la passione per la corsa. L'Atletica Edilmarket di Aldo Sandrin era la sua seconda casa. «Lo scorso anno - ricorda addolorato Sandrin - dovevamo fare i nazionali master in pista. Eravamo in pista a Brugnera, stavamo provando la staffetta, quando ha avuto un infortunio grave». De Marchi correva così veloce che si è spezzato il femore in otto punti. Tutto finito? No, non per lui. «Ha continuato ad allenarsi in palestra perché non poteva correre - racconta un altro grande amico, Massimo Polesello, atleta con il quale il confronto era continuo - Adesso si era ristabilito e avrebbe ricominciato ad allenarsi con noi». Metodico, preciso, «scientifico» nella sua preparazione, non vedeva l'ora di rimettersi le medaglie della sua categoria al collo.


IL DOLORE
Per gli atleti della Edilmarket la morte di De Marchi è dolore enorme. «Era una persona generosa - continua Polesello - che si spendeva per gli altri e per la famiglia». Recentemente aveva perso il suocero ed era stato di grande sostegno per la moglie Gloria e il resto della famiglia. Il pensiero adesso va a Gloria Ragogna, che ieri sera è stata accolta nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Pordenone dopo essere stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico. Le sue condizioni sono gravissime e soltanto nelle prossime ore i medici potranno fornire indicazioni sul quadro clinico alle due sorelle e al fratello. La famiglia Ragogna è originaria di Pordenone, del quartiere di San Gregorio. L'ingegner De Marchi e la moglie vivevano in via Monte Cavallo.

Ultimo aggiornamento: 09:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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