Duemila chilometri a piedi, dopo
il toro la volpe gli ruba la soletta

Domenica 7 Agosto 2016
Lorenzo Franco Santin
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PORDENONE - I primi duemila chilometri (93.500 metri di dislivello positivo, 92.200 di negativo) sono già stati percorsi. Lorenzo Franco Santin, il 26enne di Azzano Decimo che sta affrontando in solitaria ed in totale autonomia il Sentiero d'Italia ha già portato a termine oltre un terzo della sua impresa. Il Sentiero è una rete di alte vie, piste forestali e tratturi che uniscono tutti i rilievi della Penisola e delle isole maggiori.
Un itinerario che, di fatto, al momento esiste solo sulla carta, visto che Santin, apprezzato fotografo naturalista ed ex rugbysta, sarebbe il primo a percorrerlo per intero. Partito lo scorso 23 maggio dalla Sardegna, percorrendo una media di 40 chilometri al giorno, ha finora attraversato l'isola dei 4 Mori, la Sicilia (massiccio dell'Etna compreso, dove il Sentiero tocca il punto più alto a quota 3335), la Calabria (con i rilievi dell'Aspromonte, delle Serre, della Sila e del Pollino), la Basilicata e la Campania (Pollino e Monti Picentini), fino a girare la boa dei primi duemila chilometri in Molise (la Puglia è l'unica regione non toccata da questo itinerario). «Il Sentiero d'Italia - racconta - non è per nulla frequentato. Solo nella zona Etnea ho incrociato altri escursionisti. In alcuni tratti tocca località remote e misconosciute di estremo interesse. Paesi come Armungia in Sardegna, Petralia Sottana in Sicilia, Tiriolo in Calabria, Castelsaraceno in Basilicata, Campagna in Campania o Pesche in Basilicata con le loro case di pietra e le viuzze di ciottoli, sono degli autentici gioielli, dimenticati dalle rotte del turismo convenzionale». «In altri segmenti - continua - il Sentiero è invece poco panoramico ed andrebbe ridisegnato, aggiustandolo con delle varianti. Quasi ovunque è mal tracciato e i sentieri non sono puliti; si fa molta fatica a trovare la direzione giusta».
«La Sardegna è stata la più impegnativa, perché il fisico si stava ancora assestando; in particolare le vesciche mi hanno fatto penare. La regione più semplice è stata invece la Basilicata, anche se non segnata bene, comunque scorrevole. Di primo impatto la maggior parte delle persone è diffidente, forse anche perché non mi taglio la barba da quando sono partito e i miei vestiti sono sudici (Santin sta dormendo all'aperto da più di due mesi, senza neppure una tenda ndr), ma poi sono curiosi di ascoltarmi e non di rado si offrono per darmi una mano». «Della Sardegna ricordo profumi forti e pungenti; in Sicilia il fico ed il finocchio selvatico, in Calabria molto bosco e sulla Sila ho respirato l'aria più pulita di Europa con delle stellate bellissime. In Basilicata ho trovato moltissima acqua, in Calabria castagni e noccioli. A parte un toro che scorrazzava libero all'inizio del Sentiero, non ho avuto brutti incontri con gli animali, neppure con i cinghiali che ho anche filmato mentre mi avvicinavo e poi scappavano.

Una curiosità: una notte una volpe mi ha rubato la soletta di una scarpa».

Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 12:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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