Lobo staccato a morsi in mischia, rugbista condannato a quattro mesi

Giovedì 25 Novembre 2021 di Cristina Antonutti
Il lobo dopo il morso subito nella mischia

«Avrei preferito le scuse, era l’unica cosa a cui tenevo. Non sarei andato avanti...». Marco Chesani mastica amaro, assicura che non avrebbe mai voluto un “terzo tempo” in Tribunale per quel morso che gli ha procurato una menomazione permanente all’orecchio. Il match del 16 dicembre 2018 tra Pedemontana Livenza Rugby e Grifoni Oderzo Rugby, serie C2 Triveneto, si è invece trascinato in un’aula di giustizia e ieri, dopo un’imputazione d’ufficio e quattro perizie, Riccardo Amadeus Fabris, 27enne di Oderzo, è stato condannato dal gup Giorgio Cozzarini a 4 mesi (pena sospesa) per lesioni gravissime.

IL PROCESSO
Il processo è stato celebrato con rito abbreviato, sulla base degli atti presenti nel fascicolo, che assieme alla perizia affidata dallo stesso giudice al medico legale Barbara Polo Grillo dicono che il rugbista durante una mischia avrebbe staccato con un morso il lobo destro di Chesani, pilone della squadra di Polcenigo, procurandogli 42 giorni di prognosi.
I legali di Fabris - gli avvocati Francesca Ginaldi e Marco Rebecca - hanno sempre respinto le accuse e, forti delle conclusioni del proprio consulente Franco Bassetto, hanno attribuito lo scollamento del lobo a un fortissimo sfregamento durante l’azione di gioco. Una tesi che il consulente del Gup non ha condiviso, in quanto sulla guancia e l’orecchio di Chesani non c’erano abrasioni riconducibili a un’azione da sfregamento.
Il pm Maria Grazia Zaina, che si era affidata al medico legale Giovanni Del Ben, ieri aveva chiesto 1 anno di reclusione.

La parte offesa, tutelata dall’avvocato Fabrizio Leone, ha rinunciato alla costituzione di parte civile, in quanto la consulenza del proprio medico legale, Paolo Fattorini, finalizzata alla quantificazione del danno, non era stata ammessa. «Procederemo in sede civile - ha annunciato il legale - Chesani ha subito due operazioni e ha un’invalidità del 5%, perché la menomazione è permanente, non essendo riusciti i medici a riattaccare il lobo». A Chesani resta il rammarico per le mancate scuse: «Nel rugby non esiste un comportamento del genere, questa non è sportività».

LA DENUNCIA
Nella vicenda si era inserita anche una denuncia per diffamazione nei confronti del rugbista friulano, in quanto dal pronto soccorso di Pordenone scriveva sui social che «il Rugby Oderzo farebbe bene a educare» di più i suoi giocatori. Il pm aveva chiesto l’archiviazione ritenendo che Chesani in quel momento fosse in uno stato d’ira provocato da un fatto ingiusto. L’opposizione all’archiviazione era stata poi rigettata dal Gip chiudendo definitivamente la vicenda.

Ultimo aggiornamento: 15:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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