Niente treni pomeridiani per Casarsa, monta la rabbia dei pendolari senza corse di rientro

Martedì 20 Giugno 2023 di Denis De Mauro
Niente treni pomeridiani per Casarsa, monta la rabbia dei pendolari senza corse di rientro

SACILE - Brutta sorpresa per chi usa quotidianamente la linea ferroviaria Portogruaro - Casarsa: il nuovo orario ha infatti cancellato alcune corse del pomeriggio sera, lasciando in tanti a piedi.

Marco è uno di loro, un pendolare per lavoro: vive nella parte della provincia che guarda al Friuli, ma la sua professione lo porta ogni giorno a Sacile. Per coprire tutti i giorni i circa 80 km in questione, Marco ha scelto il treno, come molti altri costretti a spostarsi per lavoro e desiderosi di contenere spese che con un’auto si farebbero pesanti. Da lunedì 12 giugno scorso però il collegamento ferroviario dalla stazione di Portogruaro a quella di Casarsa, normalmente servito da piccoli convogli e prima delle due sue tratte quotidiane, è stato riveduto e corretto per tutto il periodo estivo. Trenitalia ha infatti abolito le corse di solito in programma nel pomeriggio - sera «indicativamente dalle 15 in poi», ricorda Marco che aggiunge come la cosa abbia preso a tradimento lui e i compagni di viaggio, tutti ignari dell’arrivo dello scomodo cambiamento.


I disagi


Non una novità assoluta, «ma fino allo scorso anno durante l’estate il servizio si avvaleva di autobus sostitutivi». Questa volta invece, almeno fino alla fine di agosto, i pendolari di Portogruaro o Casarsa si troveranno senza la corsa che dovrebbe riportarli a casa. Alla stazione di Casarsa in effetti sono presenti degli autobus di Tpl, ma per salirci Marco ha pagato un altro biglietto. «Nel mio caso, che è però anche di tanti altri, di fatto non vale nulla l’abbonamento annuale», ovvero «ho pagato il servizio di trasporto per andare e tornare dalla sede lavorativa per tutto l’anno solare e ora quella corsa c’è solo a metà, al mattino». Tra l’altro, e a dimostrazione che l’inconveniente è probabilmente piuttosto diffuso, non è l’unico in famiglia a vivere quel problema: «Mia figlia che frequenta l’Università di Venezia utilizza la stessa linea per recarsi a Portogruaro e da lì prendere il treno che arriva in laguna», riscontrando le stesse difficoltà al rientro.


La rabbia


Arrabbiato, Marco ha deciso di scrivere una mail all’ufficio reclami di Trenitalia. Si è sentito rispondere che deve inoltrare richiesta scritta a Tpl per far valere il suo abbonamento ferroviario anche sui loro mezzi, cioè sul bus. Qualcosa non torna e, proprio come nel caso del cambio di orario inaspettato, è quantomeno un problema di comunicazione da parte dell’azienda ferroviaria. Inoltre, se quella possibilità è contemplata, cioè se l’utente può usare l’abbonamento per viaggiare anche in bus, almeno d’estate, perché è necessario chiedere per iscritto a Tpl di usufruirne? Sembra quasi che si tratti di un’integrazione riservata a chi non si arrende, si informa e protesta. Gli altri pagano il biglietto, «quello che ho preso io, 1,70€». E l’abbonamento del treno? «L’annuale siamo intorno ai 700 euro». Meglio che percorrere in auto 37 km ad andare ed altrettanti per rientrare, per 5 giorni alla settimana. Nell’attesa della risposta di Tpl, Marco un po’ ha rubato passaggi, un po’ ha chiesto ai famigliari di andarlo a prendere: ora però si domanda anche come risolverà la figlia che, andando a Venezia, ha lo stesso problema ma non uguale soluzione, dato che Tpl si ferma in Fvg. Non solo i treni: anche il servizio di autobus viene rivisto tra metà giugno e fine agosto, con limature che spesso partono dal presupposto che le persone vanno in vacanza e dunque ci saranno meno viaggiatori. Vero, però com’è indiscutibilmente vero che l’orario estivo si protrae per molto più tempo delle ferie di cui gode il lavoratore medio che dunque per il resto dell’estate continua ad avere bisogno di quel servizio.

Ultimo aggiornamento: 08:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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