Esplode il lavoro nero nel Pordenonese, due aziende su tre sono irregolari

Mercoledì 15 Novembre 2023 di M.A.
Un controllo della Finanza

 Le forze dell’ordine e le autorità che si occupano di lavoro e nello specifico dell’impiego in nero o sommerso hanno bussato alla porta di 350 aziende del Pordenonese solamente nel corso di quest’anno.

Il risultato apre un problema: nell’ambito di questi accessi, si apprende da fonti della Prefettura di Pordenone, il 61 per cento delle aziende ha concluso la “visita” con delle irregolarità. È chiaro che c’è una divisione: non sempre si è trattato di lavoro nero, ma anche di lavoro che la Prefettura definisce “grigio”. Ci sono quindi delle irregolarità più importanti e delle mancanze meno gravi. Ma cambia poco: due aziende su tre non hanno rispettato tutti i parametri in materia di lavoro e di corretta disciplina dei dipendenti. Da qui è scattata - immediata - la convocazione delle categorie economiche «per spiegare - ha affermato il prefetto, Natalino Domenico Manno - le conseguenze che possono scaturire da tutto questo e per sconfiggere la concorrenza sleale di chi si appoggia al lavoro nero».

 
IL VERTICE


Ieri mattina in Prefettura c’erano quasi tutti. Da Confindustria a Confcommercio, fino agli organismi di vigilanza e alle forze dell’ordine. Il focus era sul lavoro sommerso o “nero”, ma anche sul fenomeno del caporalato in provincia di Pordenone. I dati che sono stati messi sul tavolo la dicono abbastanza lunga sulla persistenza del fenomeno nel Friuli Occidentale. Nel corso del 2023, infatti, il coordinamento tecnico della Guardia di Finanza e la cabina di regia della Prefettura hanno permesso di individuare sul territorio 183 lavoratori che figuravano come totalmente in nero, di cui sessanta nel settore agricolo e gli altri divisi tra la ristorazione e il mondo dell’edilizia. Per quanto riguarda invece l’ispettorato territoriale del lavoro, i lavoratori in nero rintracciati sono stati in totale 105, ma in questo caso ci si riferisce anche alla provincia di Udine. Passando poi ai numeri forniti dall’Inail, si parla di 157 lavoratori irregolari sotto diversi aspetti, trentadue dei quali completamente in nero. 


LE AZIONI


Numeri che fanno riflettere, ma soprattutto dati da cui partire per far arretrare il fenomeno dello sfruttamento del lavoro nelle aziende del Friuli Occidentale. La convocazione dei rappresentanti delle categorie economiche e produttive rappresenterà il primo passo. Ma non sarà l’unico e forse nemmeno il più importante. Ieri in Prefettura si è parlato anche dell’organizzazione di un convegno alla Camera di commercio, alla presenza delle forze dell’ordine. L’azione probabilmente più incisiva, però, potrà essere rappresentata da un servizio che sarà messo a disposizione dalla Guardia di Finanza locale. Sarà infatti dedicato un indirizzo e-mail alle segnalazioni da parte del mondo produttivo. Su questo portale, rigorosamente in forma anonima e sotto totale protezione, si potranno segnalare casi evidenti di caporalato oppure di sfruttamento del lavoro in nero ma anche situazioni sospette. Un aiuto, quindi, richiesto allo stesso mondo produttivo. Infine è stato approfondito anche il ruolo dell’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale, che ha posto il problema degli infortuni sul lavoro in itinere. Un altro tema che dovrà essere approfondito. 

Ultimo aggiornamento: 17:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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