Il Friuli perde i pezzi: addio a 2400 abitanti. E i decessi hanno più che raddoppiato i nuovi nati

Rapporto Istat: in un anno è come se dalle mappe fosse sparito un comune come Budoia

Mercoledì 22 Marzo 2023 di Marco Agrusti
Panoramica Pordenone

Valutato il dato nazionale, si potrebbe accennare anche a un mezzo sorriso. Ma non è così, perché la “guerra” a chi sta peggio non giova a nessuno. In realtà per l’ennesima volta quelli emersi dalla relazione annuale dell’Istat sulla popolazione sono numeri drammatici. E l’impatto su una regione già poco popolosa come il Friuli Venezia Giulia è in prospettiva spaventoso. I dati sono quelli finali del 2022. C’è quindi il quadro completo di un anno che ancora una volta per la nostra regione si è chiuso con un pesante segno meno alla voce “popolazione”. Significa che anche l’anno scorso sono morte molte più persone rispetto a quante ne siano nate. E la conclusione rende l’idea: in dodici mesi è sparita la popolazione pari a quella di un comune come Budoia


L’ANDAMENTO
La dinamica naturale presenta valori negativi in ogni regione, anche nella provincia autonoma di Bolzano (-314 unità), tradizionalmente caratterizzata da una natalità superiore alla media.

Il tasso di crescita naturale, pari al -5,4 per mille a livello nazionale, varia dal -0,6 per mille di Bolzano al -10,2 per mille in Liguria. Nel complesso, quasi tutte le regioni conseguono nel 2022 un peggioramento del tasso di crescita naturale rispetto all’anno precedente, con le sole eccezioni del Friuli Venezia-Giulia (-7,2 per mille contro -7,8 per mille) e della Puglia (-4,7 per mille contro -5,1 per mille). La variazione annuale che riguarda la nostra regione è minima. Si conferma di fatto un trend preoccupante che riguarda le poche nascite e un’elevata mortalità, così come l’età media della popolazione che schizza vertiginosamente verso l’alto. Un tema complesso e multisettore, che interessa il futuro del Friuli Venezia Giulia a tutto tondo, dalla sanità all’economia, passando dal mondo dell’istruzione. 


I NUMERI
Il Friuli Venezia Giulia alla fine del 2022 ha perso 2.456 persone. Un comune delle dimensioni di Budoia, solo per restare in provincia di Pordenone, è letteralmente stato spazzato via dalle mappe. Un impatto del Covid si sente ancora, soprattutto concentrato nella prima parte dell’anno scorso, quando la pandemia aveva ancora le potenzialità per fare male. Il gennaio del 2022, infatti, è stato il mese peggiore: nella nostra regione in quei 31 giorni sono morti 1.701 cittadini residenti. I nuovi nati nello stesso mese? Pochissimi, per la precisione 577 su tutto il territorio regionale. Il saldo finale non è molto diverso: in dodici mesi in Friuli Venezia Giulia i decessi hanno raggiunto quota 15.875, mentre le nascite si sono fermate a quota 7.271 tra le quattro province. Non serve un genio dell’aritmetica: i decessi hanno più che doppiato le nuove nascite. Sempre a gennaio, poi, il record delle cancellazioni all’anagrafe a causa delle “fughe” all’estero: in quel mese 339 persone hanno salutato la nostra regione. 


IL LATO POSITIVO
Sempre l’Istat evidenzia anche una buona notizia. In Friuli Venezia Giulia dal 2018 sono cresciuti a tassi record gli occupati e calati notevolmente disoccupati e inattivi. Secondo l’Istat gli occupati sono passati infatti dai 507.130 del 2018 ai 520.517 del 2022, con una crescita nelle ultime due annualità del 2 per cento. Calano contestualmente i disoccupati(dai 36.125 del 2018 ai 29.135 del 2022, -5.3%) e gli inattivi (nel 2018 erano 215.440, nel 2022 202.718). Il tasso di occupazione - uno dei migliori in Italia e decisamente il migliore del nordest - nel 2022 è stato del 69,5% (66,2% nel 2018), quello di disoccupazione del 5,4% (6,8% nel 2018) e infine quello riguardante gli inattivi del 27,6% (28,9% nel 2018). Altro dato rilevante il tasso di occupazione femminile (61.9%) e la diminuzione del gender gap (13.1) soprattutto nella fascia di età compresa tra i 35 e i 49 anni, quella cioè più interessata ai servizi di conciliazione. Particolarmente interessante il valore riguardante l’andamento dell’occupazione a tempo indeterminato. Nel 2018 328.604 persone potevano vantare infatti questo tipo di contratto, mentre nel 2022 hanno toccato quota 357.378.

Ultimo aggiornamento: 07:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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