Zanolin, candidato sindaco Pd, abbraccia i Cinque stelle e i grillini gongolano Il post "galeotto"

Martedì 13 Settembre 2022 di Redazione Web
Gianni Zanolin, di votare M5s. E ancor di più la sua condivisione sui social della scelta. I pentastellati hanno subito rilan
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PORDENONE - Ha fatto rumore la decisione la decisione dell'ex candidato a sindaco di Pordenone per il centrosinistra, Gianni Zanolin, di votare M5s.

E ancor di più la sua condivisione sui social della scelta. I pentastellati hanno subito rilanciato la notizia, considerandola «una bomba» e prevedendo imbarazzo e spaccature dentro ai Dem, nonostante Zanolin non abbia mai avuto la tessera del Pd. Tra i Dem la lettura, invece, è completamente diversa: si prende atto della scelta e si tira dritto.

«Stimavo e continuo a stimare Zanolin, ma della sua scelta e delle motivazioni addotte non condivido una virgola», afferma il segretario regionale del Pd e candidato alla Camera nel maggioritario, Cristiano Shaurli. Quanto al fatto che Zanolin possa far scuola, secondo Shaurli in realtà «per il Pd non cambia proprio nulla. I cittadini pensino a che cosa ha fatto il M5s al governo Draghi e che segno hanno lasciato in questa regione. Non credo che siano le personalità a influenzare il voto». Fatto sta che Zanolin, 65 anni, iscritto al Pci sin da giovanissimo e fino al 1991, a un anno da una corsa con una coalizione composta da Pd, M5s e due civiche, ha optato per i pentastellati. Una scelta nuova per lui, perché nel 2018, per sua stessa ammissione, il voto non l'ha dato a Grillo. «È il movimento guidato da Conte, da persone come Stefano Patuanelli ad avermi convinto». Il voto di Zanolin al M5s nelle intenzioni, peraltro, ha più di un obiettivo: «È un voto utile per ricostruire una sinistra non troppo vincolata a cercare accordi con il centrodestra considera -. Solo se ci sarà una forza importante a sinistra del Pd, anche il Pd potrà esprimere tutte le possibilità. I Dem dovranno fare così una scelta».

Dopo la fine del Pci, Zanolin, che con quella bandiera era stato eletto per tre volte in consiglio comunale a Pordenone a partire dal 1975, lasciò la politica attiva (a parte la vicepresidenza della Fiera per due mandati), per tornare in corsa nel 2001. A chiamarlo per far parte della sua compagine civica fu Sergio Bolzonello, eletto per due volte sindaco di Pordenone. Un'esperienza che lo ha portato a essere assessore alle Politiche sociali fino al 2011. Un trascorso di peso, insomma, che gratifica ulteriormente il M5s di oggi, perché in questa scelta vede confermata la tesi che contraddistingue la campagna elettorale grillina: «Siamo noi l'unica forza progressista in campo», come sostengono all'unisono i candidati del Friuli Venezia Giulia.
Forse proprio pensando alla sua storia, Zanolin rendendo pubblica la sua posizione ha voluto anche precisare che il suo non è un voto «contro», ma dettato dalla lettura dei programmi. «Non voterò contro il Pd o i suoi alleati. Non voto contro alcuna coalizione, alcun polo, alcun partito o movimento», ha infatti scritto. «Del Pd mi piace la discussione libera al suo interno e la compresenza di culture diverse. Ma troppi nodi vengono rinviati». E quanto al Pd Fvg, «credo che dovrà andare a congresso subito dopo le elezioni politiche, perché necessita di un confronto al suo interno e di una scelta conclude Zanolin -. Non penso possa arrivare alle regionali senza averla fatta».
 

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