«Il fumetto non sparirà mai», parola di Barbieri, allievo della grande scuola di fumettisti pordenonesi

Luca Baarbieri ("Dragonero"): "Godiamoci i risultati del "miracolo" nato sul Noncello"

Mercoledì 16 Agosto 2023 di PierPaolo Simonato
«Il fumetto non sparirà mai», parola di Barbieri, allievo della grande scuola di fumettisti pordenonesi

PORDENONE - In una città tutto sommato piccola e "ai confini dell'impero" come Pordenone è nata e si è sviluppata negli anni una scuola di fumetto prestigiosa, i cui fondatori negli anni Ottanta sono stati Emanuele Barison, Romeo Toffanetti e Davide Toffolo.

Dietro di loro sono cresciuti tanti talenti importanti, di entrambi i sessi, che oggi lavorano con successo in Italia e all'estero.

Luca Barbieri, com'è stato possibile questo "miracolo"?
«Ci sono angoli d'Italia, e del mondo in generale, che non esiterei a definire "magici" - risponde il fumettista e scrittore ligure -. Perché in un certo momento storico, senza alcuna spiegazione logica, vi si concentrano incredibili energie che avviano e sostentano movimenti culturali di vario tipo, ma sempre d'incredibile innovazione e impatto. Esistono numerosissimi esempi, nella musica, nel teatro e nella letteratura: il caso di Pordenone è uno di questi, nel campo del fumetto. Un "miracolo", appunto, e le sue ragioni, proprio per la sua natura intrinseca, sono sempre inspiegabili. Noi, però, possiamo godercene i risultati».


Lavorando proprio con Barison ha vinto un premio importante. Cosa c'è dentro l'albo di Zagor "L'acqua che urla", che nel gennaio del 2022 avete firmato in sinergia, lei ai testi e lui ai pennelli?
«C'è anzitutto la nostra comune passione, mia e di Emanuele, per il fumetto d'avventura. La passione fa sempre e comunque la differenza, e i lettori hanno fiuto per capire quando è simulata o genuinamente autentica. E poi c'è una grande attenzione ai dettagli: abbiamo studiato intere scene nei minimi particolari, cercando di non lasciare nulla al caso. I dettagli ben curati fanno la differenza, poiché arricchiscono la trama e rendono più credibile la storia».


Le nuvole parlanti non sono più considerate sottocultura, anzi sono diventate letteratura disegnata. Cosa si aspetta dal loro futuro?
«Fra alti e bassi, da oltre 40 anni il fumetto è stato sdoganato, sia quello cosiddetto "alto", sia - più recentemente - quello "popolare". Il futuro sarà complicato, senza dubbio, perché il mondo della nona arte si sta trasformando e il suo linguaggio innegabilmente è oggetto di una diversa interpretazione da parte delle nuove generazioni. C'è chi dice che sparirà fra non molto, sostituito da altri media. Io non lo credo: ci sarà sempre spazio per la letteratura disegnata. Bisogna però, come dicevo, non rimanere arroccati nelle vecchie posizioni e scendere fra i giovani, per capire quali sono le loro esigenze».


Parlare ai ragazzi è fondamentale.
«Certo. Va benissimo continuare a fare Tex così com'è sempre stato, ma non si può scordare che la forza di Dylan Dog è stata quella di rivolgersi agli adolescenti di allora con un linguaggio che sapevano comprendere».


Grazie all'impegno puntiglioso di Giulio De Vita e dell'associazione Vastagamma, d'intesa con Comune e Regione, sempre a Pordenone è nato il Paff. Come vedete questa sorta di "laboratorio" unico in Italia dal "tempio" della Bonelli?
«Nessun "tempio". In Bonelli tutti quanti, dai dirigenti agli operai come me, tengono bene i piedi per terra e indicano il Paff come un modello d'eccellenza per divulgare la cultura del fumetto fra le nuove generazioni e conservarne memoria per le vecchie. Il sostegno delle istituzioni è fondamentale per tenere vive associazioni come queste che, a loro volta, sono fondamentali, per dialogare con il pubblico. Quindi sono iniziative da lodare, valorizzare e replicare».


Il Palazzo delle arti e del fumetto del Friuli di Villa Galvani: cosa può dare alla "causa"?
«Tantissimo. In primis cultura e intrattenimento mescolati insieme, quindi il massimo che si può chiedere. Non riesco a immaginare nulla di meglio».


Torniamo alla collaborazione con Barison: c'è qualcosa in pentola per i prossimi mesi?
«Una seconda avventura lunga di Zagor, altre 190 pagine avventurose che citano un classico seminale come "Cuore di tenebra" e la sua versione cinematografica "Apocalypse Now", raccontando di un viaggio in battello lungo un misterioso e sempre più oscuro fiume, in direzione di un trading post per lo scambio di pellicce in una regione semi-inesplorata, il cui rappresentante commerciale sembra sparito nel nulla. Il tentativo, spero riuscito, è quello di coniugare letteratura alta ad avventura classica. Quindi, seguendo il parallelismo precedente, cultura e intrattenimento. Chi meglio di un artista come Barison per farlo? La storia uscirà nello Zagor Plus di dicembre, quindi basterà aspettare una manciata di mesi per scoprire se il tentativo è riuscito».


Piccola digressione personale: quale eroe di carta vorrebbe essere Luca Barbieri?
«Potendo scegliere senza vincoli? La risposta è facile: Tony Stark, alias Iron Man: geniale inventore, playboy pieno di donne, ricco sfondato, famoso come una rockstar. E con un'armatura tecnologica in grado di farlo competere con i villain più potenti».


Sempre nella città del Noncello opera Vivacomix, l'associazione culturale fondata da Paola Bristot che svolge un grande lavoro divulgativo, specie nelle scuole ma non solo. Secondo lei, cosa può trovare oggi un giovanissimo dentro un fumetto per lenire la rabbia generazionale che lo porta a seguire rapper e trapper?
«Torniamo al discorso del saper dialogare, come fece Dylan Dog nel caso della Bonelli. Nell'Indagatore dell'incubo gli adolescenti, fra i quali c'ero anch'io, trovarono risposte alle loro domande, pace - sebbene temporanea - per le loro inquietudini, uno specchio in cui riflettersi e la consapevolezza di non essere soli nel loro disagio e nella conseguente rabbia. Ecco, in un albo si può trovare pace e consolazione: a me è successo».


Romeo Toffanetti ha già ambientato due racconti di Nathan Never in Friuli, nel Bronx di Pordenone e in una Trieste cupa e futuristica. C'è per caso in programma qualche "omaggio" simile nel suo sodalizio con Barison?
«Non nell'immediato, ma in una parte del mio cervello una rotella gira e gira, per dare una versione post-apocalittica di una città italiana cui sono molto affezionato. Con la storia di Martin Mystère "Il segreto della Superba" ho parlato della mia città natale, Genova, raccontandone alcuni aspetti poco noti. Spero di poterlo rifare in altro modo».


Il personaggio che lei cura personalmente, Ian Aranill detto Dragonero, disegnato anche dal bertiolese Luca Malisan, ha diversi spin-off: le Mitiche avventure, il ciclo dei Senzanima, il cartone televisivo Rai. Si rivolgono tutti a un pubblico diverso per età, formazione e interessi. La multimedialità è il futuro della letteratura disegnata?
«Sì, senza dubbio. Non si può più prescindere dal fronte tecnologico per catturare l'attenzione dei più giovani: animazione e videoludica devono per forza essere legate a filo doppio alla narrazione per immagini più statiche. Dalla carta arrivano le idee, da declinare poi su media più costosi».


Ma cosa ha acceso e ispirato la fantasia del piccolo Luca per spingerlo a diventare fumettista, giornalista, saggista e scrittore?
«Il desiderio di dare corpo ai miei tanti sogni, in un'età in cui mi sentivo diverso dal resto del mondo e tendevo a isolarmi. A questa passione, che quando è vera accende i sensi e spinge a dare il massimo, ho unito una notevole caparbietà nel cercare di offrire concretezza alle mie aspirazioni. E poi ho sempre, costantemente, ininterrottamente letto: senza leggere non si può scrivere, è banale, ma vero».


Per concludere: quando si siede a leggere un insieme di tavole, cosa chiede agli eroi di carta che incontra tra le pagine strada facendo?
«Di prendermi per mano e condurmi nel loro mondo, raccontandomi storie che sospendano la mia incredulità, che mi intrattengano, che smuovano i miei sentimenti e che aumentino le mie conoscenze, restituendomi alla realtà migliore di quando avevo iniziato quel viaggio. Chiedo molto, è vero, ma bisogna farlo e non accontentarsi mai».

Ultimo aggiornamento: 17:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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