In Friuli sempre più stranieri: ormai raggiungono il 10 per cento della popolazione

Venerdì 28 Ottobre 2022 di Redazione
Un gruppo di stranieri

Sfiorano il 10 per cento della popolazione regionale. Sono in continuo aumento. Provengono principalmente da Romania, Albania, Serbia e Bangladesh. Uno su dieci è titolare di partita Iva e annualmente le rimesse che inviano ai loro Paesi d’origine superano i 144 milioni di euro.

Eccola la fotografia aggiornata della presenza di cittadini stranieri in Friuli Venezia Giulia, emersa dal consueto dossier statistico sull’immigrazione, presentato ieri al centro “Balducci” di Zugliano (UD) da parte dell’Idos Fvg. 


Tutti i dati

I dati provvisori relativi al 2021, ha spiegato Paolo Attanasio, referente regionale, indicano un leggero aumento dei residenti stranieri in Friuli Venezia Giulia: rispetto al 2020, infatti, il loro numero è passato da 114.863 a 116.624 unità (+1,5%), per un’incidenza sulla popolazione totale (che sfiora gli 1,2 milioni di abitanti) del 9,7%, in leggero aumento rispetto all’8,9% registrato l’anno precedente; si tratta di un valore di incidenza superiore a quello nazionale (8,8%), ma inferiore di 1,5 punti rispetto a quello del Nord-Est (11,2%). Per quanto riguarda i Paesi di origine (dati al 2020), circa un residente straniero su tre proviene da uno Stato membro dell’Unione europea, contro il 27,2% a livello nazionale; il 43,1% è costituito da europei, fra cui spiccano gli albanesi (10,9%), seguiti dai serbi (7,3%, i due terzi dei quali presenti in provincia di Trieste) e dagli ucraini (6,7%). Gli asiatici rappresentano invece il 26,5% dei soggiornanti e tra di essi la nazionalità più numerosa è quella del Bangladesh (7,0%). Seguono gli africani con il 18,2% (il 43,2% dei quali proviene dall’Africa settentrionale) e gli americani con il 12,1% (il 43,3% dei quali originario dell’area centro-meridionale del continente). Nel 2021 l’incidenza delle donne tra i residenti stranieri varia dal 45,7% della provincia di Gorizia al 54,2% della provincia di Udine, con un valore medio regionale di poco superiore alla metà (50,8%), ma inferiore sia al dato del Nord-Est (51,6%) che a quello nazionale (51,3%). 


Giovani

I dati relativi alle classi di età ci confermano che le collettività migranti sono ancora per la maggior parte composte da soggetti giovani, soprattutto in confronto alla generalità della popolazione. Quasi un residente straniero su tre (il 30,9%) appartiene alla fascia d’età 30-44 anni, mentre gli ultra 64enni sono il 6,2% del totale, valore superiore di circa un punto percentuale sia a quello del Nord-Est (5,3%) che a quello nazionale (5,2%). Al 31/12/2021 cittadini non comunitari titolari di un permesso di soggiorno sono 77.859, di cui oltre il 60% in possesso di un permesso di lungo periodo, a riprova dell’alto livello di stabilità raggiunto dalle collettività straniere presenti in regione. A livello provinciale, i soggiornanti si distribuiscono per quasi un terzo (32,6%) nella provincia di Pordenone, seguita dalle province di Udine (31,7%), Trieste ( 22,4%) e Gorizia (13,1%). I titolari di permessi di soggiorno sono per il 29,8% 30-44enni, mentre la fascia dei 30-64enni, considerata complessivamente, supera la metà del totale (53,8%).


I permessi di soggiorno

Il 46,0% dei permessi di soggiorno a termine è rilasciato per motivi familiari, il che testimonia la preponderanza dei ricongiungimenti fra le motivazioni degli arrivi. I permessi per lavoro sono invece poco più di un quarto (il 27,2% compresi i regolarizzati), mentre più di uno su cinque (il 20,8%) viene rilasciato per protezione. All’interno delle province si notano però alcune specificità, riconducibili alla diversa posizione geografica e al diverso ruolo ricoperto nell’ambito dell’economia regionale: se infatti in quelle di Trieste e Gorizia prevalgono i permessi di soggiorno per protezione (rispettivamente il 35,2% e il 29,5% del totale) in quella di Pordenone il 32,3% dei permessi di soggiorno è rilasciato per motivi di lavoro. I dati relativi ai nuovi permessi rilasciati nell’anno (6.779 in totale) registrano un aumento significativo rispetto all’anno precedente (+85,5%), dovuto in gran parte all’allentamento delle restrizioni agli spostamenti.

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