Delitto di Trifone e Teresa, di nuovo
sotto torchio la fidanzata di Giosuè

Venerdì 11 Dicembre 2015 di Susanna Salvador
Trifone Ragone e Teresa Costanza
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PORDENONE - È tornato a Somma Vesuviana per sentire, ancora una volta, la fidanzata di Giosuè Ruotolo. Una trasferta lampo, quella del sostituto procuratore Matteo Campagnaro, accompagnato dal capitano dei carabinieri Pierluigi Grosseto, probabilmente per chiarire alcuni punti delle dichiarazioni rilasciate dalla ragazza durante il lungo interrogatorio di qualche tempo fa, durato quasi sei ore. Ma il filo dell’incontro resta avvolto nel riserbo, anche se la decisione della Procura può essere letta come intento di stringere il cerchio, di dare una svolta alle indagini prima di Natale.
Ci si interroga anche sugli esiti degli accertamenti del Ris dei carabinieri, attesi a giorni. Se gli inquirenti ne fossero già a conoscenza, la trasferta a Somma Vesuviana potrebbe essere veramente importante. Ma si tratta solamente di un’ipotesi non suffragata dall’ufficialità.
La Procura ha confermato che per ora l’unico indagato per il duplice omicidio del palazzetto è Giosuè Ruotolo. Il giovane militare che per qualche tempo ha abitato, assieme ad altri due commilitoni, con Trifone Ragone. Trifone, ucciso a sangue freddo mentre si trovava in auto con la fidanzata Teresa Costanza nel parcheggio del palazzetto. Stavano rientrando a casa, quell’appartamento dove avevano cominciato a loro nuova vita a due. Non hanno avuto il tempo di reagire, di fiatare, colpiti dalle pallottole sparate da una vecchia Beretta 7,65. Una pistola che i carabinieri hanno ritrovato dopo lunghi mesi di indagini nel laghetto del parco di San Valentino. Ruotolo, dopo aver detto agli inquirenti di essere rimasto a casa la sera del duplice omicidio, è stato costretto a cambiare versione. Le telecamere comunali lo hanno ripreso, proprio quel 17 marzo, nella zona del palazzetto: ha ammesso di essere stato nel parcheggio del Crisafulli e anche in quello adiacente al parco. Ma si è sempre proclamato innocente.
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