Simulò il morbo di Parkinson per ottenere la pensione: condannata la falsa invalida

Sabato 2 Aprile 2022 di Cristina Antonutti
Simulò il morbo di Parkinson per ottenere la pensione: condannata la falsa invalida
4

PORDENONE - Davanti alla Commissione medica che doveva accertarne l’invalidità civile si presentò in carrozzina. Aveva un tremore intenso, diffuso, e ottenne un’indennità di 513,43 euro al mese, oltre a una pensione di 279,47. A scoprire che non aveva bisogno di aiuto per camminare e che probabilmente non aveva titolo per riscuotere la pensione fu la Guardia di finanza di Portogruaro. A confermarlo è la sentenza pronunciata ieri pomeriggio dal giudice monocratico Piera Binotto. Concetta Cannavo, nata a Napoli 62 anni fa e residente a Portogruaro, è stata condannata a 1 anno e 8 mesi di reclusione con il beneficio della sospensione condizionale della pena. All’Inps, costituito parte civile con l’avvocato Aldo Tagliente, è stata riconosciuta una provvisionale di 5mila euro immediatamente esecutiva. Il danno sarà quantificato dal giudice civile. Nel frattempo è stata disposta la confisca dell’importo a suo tempo sequestrato dal procuratore Raffaele Tito ed equivalente alle mensilità riscosse, ma non dovute.
È stato un processo lungo e complesso, che dovuto subire anche un’interruzione a causa della pandemia. Ad avvallare i sospetti dei finanzieri c’erano anche dei filmati che mostravano la donna in buone condizioni di salute. Secondo l’accusa, avrebbe architettato tutto per ingannare il proprio medico e la Commissione che l’aveva sottoposta alle verifiche. Tutto iniziò nel dicembre 2009, quando lamentò una serie di disfunzioni che non le permettevano una vita normale. Le fu riconosciuta una riduzione della capacità di lavoro dell’80%. Il 5 luglio del 2016 si presentò dal medico di base dicendo di avere il morbo di Parkinson, con gravi conseguenze che le impedivano di provvedere a se stessa senza assistenza.
Il 22 agosto 2016 fu esaminata dalla Comissione medica: era in carrozzina, con un ematoma all’occhio sinistro dovuto a una caduta causata dal suo grave stato di salute. Le fu riconosciuta la totale invalidità, suffragata anche dalla difficoltà di parlare. Dal quel mese le venne quindi riconosciuta una indennità mensile di 516,43 euro, oltre ad una pensione di altri 297,47 euro.
Ieri la donna, difesa dall’avvocato Lazzaro, è stata condannata limitatamente all’episodio del 22 agosto 2016, quando le fu assegnata la pensione di invalidità per le conseguenze del Parkinson, indennità che ha percepito fino al mese di dicembre del 2017 senza averne diritto.

Oltre truffa aggravata ai danni dell’Inps, la Procura di Pordenone le aveva contestato anche un’ipotesi di falso, in merito alle certificazioni sanitarie che attestavano una invalidità inesistente e in ogni caso non qualificabile come grave (il giudizio conclusivo della Commissione le riconosceva il diritto agli ausili previsti per un portatore di “handicap in una situazione di gravità”). In questo caso l’ipotesi di falso ideologico era aggravata dal fatto che il reato era stato commesso per poter perpetrare la truffa.

Ultimo aggiornamento: 3 Aprile, 13:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci