Coronavirus, termoscanner in tribunale come in aeroporto. Chi ha febbre non entra

Venerdì 6 Marzo 2020 di Cristina Antonutti
L'ingresso del tribunale di Pordenone in una foto d'archivio
PORDENONE Termoscanner per rilevare la temperatura a chiunque entri in Tribunale, accessi agli sportelli soltanto per urgenze, aste sospese, contatti via mail per le questioni non urgenti, liquidi disinfettanti nei bagni, scrivanie e uffici puliti con prodotti al cloro. Il palazzo di giustizia si difende. Anche perchè - ed è il grande timore del presidente Lanfranco Maria Tenaglia - se soltanto un dipendente dovesse contrarre il Covid-19, molti gli uffici di piazza Giustiniano rischierebbero la paralisi. Il personale, infatti, è sottorganico e non riuscirebbe a sostituire i colleghi malati. Anche gli avvocati si sono mossi per contenere il rischio del contagio. L’Ordine di Pordenone, presieduto da Alberto Rumiel, ha aderito all’astensione proclamata dall’Ufficio di coordinamento dell’Organismo Congressuale Forense. Da oggi al 20 marzo i legali si asterranno da tutte le attività giudiziarie per evitare sovraffollamenti in uffici e aule d’udienza.

LA CROCE ROSSA
Che cosa succederà da oggi in Tribunale? Tenaglia, dopo aver cercato di reperire un termoscanner, è riuscito ad avere la collaborazione della Croce rossa. Da questa mattina, dalle 7.45 alle 13 (sabato dalle 9.30 alle 11.30), a chiunque debba entrare nell’edificio, dipendenti compresi, verrà rilevata la temperatura. Se supera i 37,5° verrà bloccato. «Avremo a disposizione delle mascherine chirurgiche - spiega Giovanni Antonaglia, presidente del Comitato Cri di Pordenone - Inviteremo le persone a indossarle, ad andare a casa e a mettersi in contatto con il medico». A chi si rifiuterà di farsi rilevare la temperatura, sarà impedito l’accesso in Tribunale. Le disposizioni sono state condivise da Tenaglia, dal procuratore Raffaele Tito e dalla dirigente Daniela Ciancio.

LA LETTERA AL CSM
Si tratta di precauzioni che gli stessi dipendenti condividono. Il Tribunale, dopo l’ospedale, è il secondo palazzo pubblico più frequentato dalla città, con persone che arrivano anche da fuori regione, soprattutto dal Veneto, dove il contagio ha toccato l’ufficio del Giudice di pace di Treviso. «Facciamo il possibile - ha detto Tenaglia - Se non c’è un provvedimento legislativo, non possiamo impedire l’accesso in tribunale, che peraltro si trova in un immobile che, per come si sviluppa, non consente di tutelarsi». Tenaglia non nasconde di sentirsi come il sottotenente Drogo nel “Deserto dei tartari”, «solo che qui i tartari sono già arrivati». Ieri, con i presidenti di altri 13 Tribunali del Nordest, ha scritto al ministro della Giustizia e al Csm suggerendo l’adozione della sospensione dei termini processuali, con la trattazione dei soli affari urgenti, come accade nel mese di agosto.

GLI AVVOCATI
L’astensione degli avvocati limiterà ulteriormente l’accesso negli uffici, perchè dovranno garantire soltanto i processi per direttissima e le udienze di convalida degli arresti. Ogni comunicazione - anche quella relativa all’astensione dai processi civili e penali - possono farla in via telematica mediante l’invio di una mail alla cancelleria e al giudice. «Data la particolarità della situazione - è stato l’invito di Rumiel - comunicate ai vostri assistiti e a eventuali testimoni da voi citati di non comparire all’udienza». Per quanto riguarda le udienze penali, da oggi e fino al 30 marzo alcuni consiglieri dell’Ordine hanno comunicato la loro disponibilità a partecipare in qualità di “difensori di giornata”: si annoteranno le date dei rinvii delle udienze e poi provvederanno a comunicarle ai legali. Si tratta di un’ulteriore misura per limitare l’accesso nelle aule.
Ultimo aggiornamento: 09:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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