Consiglio comunale, i presidenti dei quattro capoluoghi battono cassa: «Il gettone non basta»

I rappresentanti di Udine, Pordenone, Trieste e Gorizia: ripristinare la funzione

Venerdì 7 Luglio 2023 di Loris Del Frate
Consiglio comunale, i presidenti senza indennità: «Il gettone non basta»

Il gettone non basta. Ma non è - assicurano - una questione venale. Si tratta di dare dignità a una funzione e di riconoscere un ruolo importante. E così ieri i quattro presidenti dei consigli comunali di Pordenone (Pietro Tropeano), Trieste (Francesco Di Paolo Panteca), Udine (Rita Nassimbeni) e Gorizia (Silva Paoletti), hanno deciso di andare dall’assessore alle Autonomie, Paolo Roberti, a chiedere il riconoscimento (economico s’intende) della loro funzione.

In parole povere più soldi per ricoprire quel ruolo. 

Il gettone

Per la verità tutte le alte regioni riconoscono ai presidenti dei Consigli comunali una indennità di funzione, pari più o meno alla cifra che viene assegnata a un assessore comunale. Ovviamente l’indennità è parametrata al numero dei residenti. Fatti i salvi i Comuni capoluogo di provincia che hanno circa la stessa cifra. Non solo. Sino al 2011 anche in Friuli Venezia Giulia funzionava in questa maniera, con il ruolo che aveva appunto una indennità che arrivava circa a 2500 euro. Fu il presidente di Centrodestra, Renzo Tondo, a togliere l’indennità di funzione e a stabilire che i presidenti si sarebbero dovuti accontentare della stessa cifra che vale un gettone di presenza dei consiglieri, più una maggiorazione del 30 per cento. Conti fatti 135 euro a seduta, circa 400-500 euro al mese.

La richiesta

Quando si tratta di indennità da percepire il colore politico non conta evidentemente e così ieri i quattro presidenti dei Comuni capoluogo sono andati insieme e tutti d’accordo dall’assessore Roberti a chiedere che ripristini l’indennità che Tondo aveva cancellato. Quanto? Nessuna cifra è stata fatta, ma si presuppone la stessa che percepiscono gli assessori comunali, pari a 3.200 euro lordi al mese. Ultimo dato: i presidenti dei consigli comunali dei Comuni che in regione superano i 15 mila abitanti stanno già sottoscrivendo una petizione che chiede la stessa cosa per la quale si sono portati avanti ieri i quattro dei Municipi capoluogo. 

L'assessore

Aumentare le indennità ai politici (anche se qui si parla di amministratori) è sempre un affare spinoso e così l’assessore Roberti non ha promesso nulla, se non che inizierà un percorso per arrivare, con calma, a presentare un documento in giunta regione. Insomma, toccherà al presidente Fedriga decidere.

Il coordinamento

Indennità a parte ieri è stata la prima riunione del Coordinamento dei presidenti dei consigli comunali dei Municipi capoluogo. L’incontro ha visto affrontare anche i problemi riguardanti la digitalizzazione della pubblica amministrazione con l’obiettivo di rendere i consigli comunali sempre più vicini ai cittadini, migliorandone l’accessibilità e più adeguati dal punto di vista tecnologico per i consiglieri comunali. Nel corso della riunione è stato tra l’altro evidenziato come l’emergenza sanitaria indotta dalla pandemia da Covid abbia aperto scenari inimmaginabili per tutta la Pa che ha dovuto fronteggiare situazioni nuove ed impreviste, continuando a garantire, comunque, la regolarità dell’azione amministrativa e l’ottimale funzionamento dei consigli comunali. Poi l’incontro con l’assessore Roberti per perorare la causa della reintroduzione dell’indennità di funzione. «Un diritto - hanno spiegato i quattro - riconosciuto in tutte le regioni d’Italia alla seconda carica istituzionale dei Comuni e che è stato incomprensibilmente abolito 12 anni fa».

Ultimo aggiornamento: 08:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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