Un friulano su quattro non farà regali di Natale, a causa del peggioramento della sua condizione economica. Gli altri tre invece punteranno su prodotti enogastronomici, libri ed ebook, capi di abbigliamento, prodotti per la cura della persona. Spenderanno mediamente 154 euro a testa e nel 60% dei casi (quindi poco più del 40% del totale) utilizzeranno l’e-commerce per farli, puntando a comprare soprattutto entro la metà del mese, mentre il 17% si riverserà nei negozi all’ultimo minuto.
Sono gli indirizzi usciti dalla ricerca Format Reserch, diffusi ieri per conto della Confcommercio Udine, nell’ambito di un approfondimento sulle tendenze di acquisto, parallele all’indagine sulla situazione del Terziario in provincia, portata a termine con il contributo dell’Ires Fvg e l’Ebiter, l’ente bilaterale di categoria.
QUADRO OCCUPAZIONALE
In Friuli-Venezia Giulia nel primo semestre del 2022 il numero di occupati nel terziario è stato pari in media a 350.000, in aumento di quasi 18.000 unità rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+5,4%).
SI ASSUMERÀ DI MENO
Nel trimestre novembre 2022-gennaio 2023, secondo il Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere, sono previste quasi 25.000 assunzioni a livello regionale, di cui il 60% nel terziario (15.010). L’anno scorso, nel medesimo periodo, erano previste complessivamente 33.560 assunzioni (8.600 in più), di cui 18.170 nei servizi (3.160 in più). Solo nel turismo si rileva un dato prossimo alle stime del 2021 (3.340 assunzioni contro 3.540), a conferma del positivo andamento del settore. Una parte consistente dei nuovi ingressi (940 nel mese di novembre) riguardano cuochi e camerieri.
GLI AUTONOMI
Nel 2010 il numero di commercianti iscritti alla gestione speciale Inps (che comprende anche gli imprenditori del turismo) superava le 41.000 unità in regione. Negli anni seguenti si è verificata una diminuzione che ha portato il loro numero a meno di 36.000 nel biennio 2020-2021. La nostra è peraltro la regione italiana in cui la diminuzione è stata più accentuata nel decennio considerato (-14,2%). Il calo ha riguardato prevalentemente la componente femminile (-18% contro -11,6% di quella maschile) ed è stata più marcata tra i collaboratori familiari (-35,4%), figure sempre meno diffuse, rispetto ai titolari delle aziende (-11,1%). Nell’ultimo decennio si rileva anche un intenso processo di invecchiamento del settore; gli autonomi over 50 costituiscono ormai quasi il 60% del totale (è la percentuale più elevata tra le regioni italiane).