Al capolinea dei bus non ci sono i bagni: non c'è tempo per andare ai servizi

Giovedì 2 Luglio 2020 di Lara Zani
La protesta degli autisti
PORDENONE  - Capolinea del trasporto pubblico urbano privi di servizi igienici e distanti da locali pubblici ai quali potersi rivolgere per usufruire del bagno. A pochi giorni dall’avvio del nuovo servizio di trasporto pubblico gestito dal consorzio Tpl Fvg scarl, formato dalle aziende delle quattro province del Friuli Venezia Giulia fra le quali la pordenonese Atap, le organizzazioni sindacali richiamano l’attenzione su un disagio già noto, ma per il quale si fatica a trovare una soluzione. Quello, appunto, dei servizi igienici per i conducenti dei mezzi, che in alcuni casi mancano e in altri sono difficilmente accessibili per varie ragioni, a cominciare dai tempi stretti fra una corsa e l’altra.
IL SINDACATO
A porre nuovamente sotto la lente il disagio sono le organizzazioni sindacali di categoria Fit Cgil, Fit Cisl e Faisa Cisal, che hanno inviato una lettera ai vertici dell’azienda di trasporto pordenonese Atap e anche all’Asfo e all’Ispettorato del lavoro, con una mappa precisa delle situazioni, per chiedere che si trovi una rapida soluzione al problema. Problema che è, appunto, complesso, come dimostrano le varie situazioni sul territorio: si va dalle linee 2 e 7, che fanno capolinea in luoghi nei quali mancano del tutto i locali pubblici o, se presenti, hanno orari che non coincidono con quelli dei mezzi pubblici, alla linea 8, le cui corse sono frequenti e ravvicinate e non danno dunque il tempo ai conducenti di usufruire dei bagni della stazione ferroviaria, se non al prezzo di causare un ritardo nel servizio. Fino al caso della linea 4, con pause recentemente spostate dal capolinea di Cordenons a quello di Sant’Antonio di Porcia, dove il bagno c’è ma è unico, promiscuo e potenzialmente utilizzato nel corso della giornata da 14 lavoratori (i conducenti appunto della linea 4 e anche quelli della linea 5). A questo si aggiunge la questione del luogo individuato per la sosta dei mezzi, che è il parcheggio della chiesa di Sant’Antonio, a disposizione dei fedeli e dunque in larga parte occupato in alcuni momenti della giornata o della settimana, quando la chiesa ospita funzioni religiose. E poi, ancora, la linea 6, che ha un capolinea privo di servizi igienici e l’altro con servizi inadeguati. Un ulteriore nodo è quello che riguarda il terminal passeggeri, gestito da Gsm. Qui il bagno c’è ma, segnalano ancora le organizzazioni sindacali, da una decina di giorni sono stati installati per il pubblico i tornelli per l’accesso a pagamento, al prezzo di 50 centesimi.
IL PERSONALE
Esistono, naturalmente, anche bagni a disposizione del personale, ma l’accesso ai quali richiede talvolta tempi lunghi per chi ha pochi minuti di sosta prima di ripartire. “Ricordiamo – evidenziano le organizzazioni sindacali – che i tempi a disposizione degli autisti non sempre permettono una pausa sufficiente, a volte solamente un paio di minuti, e talvolta questo va a danno dell’orario di servizio, ritardando la partenza”. Di qui la richiesta, nel caso specifico del terminal passeggeri, di una convenzione con la società che gestisce la struttura, in modo che il personale che lavora sui mezzi possa usufruire gratuitamente dei servizi igienici destinati al pubblico. Più in generale, i sindacati chiedono di trovare al più presto una soluzione. Da parte sua il presidente di Atap Narciso Gaspardo (in foto) sceglie di non commentare l’iniziativa delle organizzazioni sindacali. «Peferisco non parlare» ha detto chiudendo subito il discorso.
Ultimo aggiornamento: 08:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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