Addio a Minatel ex bersagliere e presidente dei combattenti

Martedì 5 Gennaio 2021 di Mirella Piccin
Addio a Minatel ex bersagliere e presidente dei combattenti

AZZANO - Si è addormentato per sempre a 97 anni nella sua casa di via Ponte Luma, il bersagliere e Cavaliere della Repubblica, Rino Minatel, ex presidente dell'Associazione nazionale combattenti e reduci. È morto con accanto la moglie Maria e ha lasciato nel dolore i figli Daniela ed Emilio, medico dell'Oncologia e radioterapia del Cro di Aviano. Persona generosa e sempre con un sorriso per tutti, era nato ad Azzano il 24 febbraio del 1923 e 19enne si era arruolato «convinto di fare la cosa giusta» come amava raccontare. 
IL FRONTE LIBICOEra giovanissimo quando partì con il grado militare di caporale, insieme con altri giovani per la Libia, dove si combattè dal 1940 al 1943.

Il vero obiettivo di questo scontro era il controllo del Canale di Suez, nodo strategico attraverso il quale era possibile controllare l'accesso al Mediterraneo e la via verso l'Asia. Il giovane azzanese dopo 6 mesi al fronte libico, un anno di prigionia, ferito e invalido di guerra di prima categoria, fu rimpatriato con una nave ospedale inglese dall'Algeria per una tubercolosi ossea alla spina dorsale. Un calvario lungo cinque anni, durante i quali Rino è passato da un ospedale all'altro: Bari, Lecce, Treviso, Lido e Cortina, con dolori e sofferenze, ma sempre con la speranza e il desiderio di rientrare a casa. Una volta rientrato dovette sopportare per 18 mesi una lunga convalescenza, rimase a letto bloccato supino e mai di fianco, portando un busto di gesso.


IL LAVORO ALLA ZANUSSI

In seguito, dopo la guarigione, fu assunto alla Zanussi come usciere, e vi rimase fino al pensionamento. Sempre con il morale alto fu in seguito socio fondatore della Cisl pensionati, ottenendo dopo vent'anni una medaglia d'oro quale assistente dei più anziani. E ancora per 20 anni fu consigliere dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi, consigliere e segretario del sodalizio dei Bersaglieri (lui fu uno dei fondatori), e per 35 anni consigliere segretario della Sezione combattenti e reduci di cui fu anche presidente, rivelando ottime doti di organizzatore, e che per motivi di salute la estinse, donando in beneficenza il patrimonio residuo. Rimase la sua bandiera, che diede all'amico bersagliere Dino Armellin (presidente onorario dell'associazione Bersaglieri) che l'ha conservata e durante il funerale la porterà con sè. «Era un amico sincero, una persona meravigliosa lo ricorda commosso Dino - . Era fieramente sempre presente con la bandiera dei Combattenti e reduci a tutte le ricorrenze legate alla Liberazione. Un testimone importante dei valori di libertà e democrazia, un uomo che ha dato tanto alla causa combattentistica. Ci mancherà». Rino fu anche donatore di sangue dal 1971 al 1987, che gli valse la Medaglia di bronzo dopo 18 donazioni. Il rito funebre si terrà questa mattina nella chiesa Arcipretale. Ad accompagnarlo le associazioni con i tanti labari e bandiere, mentre le note del Silenzio risuoneranno all'esterno della chiesa. Non fiori, ma eventuali offerte saranno devolute al Cro di Aviano.
 

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