Imprenditore e assessore regionale all'Industria, nuova mozione di sfiducia per Bini: «Ruolo incompatibile»

Giovedì 11 Gennaio 2024 di Loris Del Frate
L'assessore regionale Sergio Emidio Bini

PORDENONE/UDINE Non mollano. Nonostante la volta scorsa abbiano cozzato contro il muro della maggioranza granitica che ha respinto senza neppure una piccola crepa la mozione di censura nei confronti dell'assessore all'Industria, Commercio e Turismo, Sergio Emidio Bini, la minoranza torna all'attacco. E così oggi, 11 gennaio, a Trieste i gruppi consiliari di Pd, Patto - Civica Fvg e Misto ci riprovano a disseminare di inciampi il percorso dell'esponente della giunta del presidente Massimiliano Fedriga.

E lo faranno presentando una mozione che è diretta espressamente al Governatore.

IL DOCUMENTO
Se il tema è lo stesso, ossia "l'incompatibilità dell'assessore Bini" a rivestire il doppio ruolo di imprenditore e assessore regionale, la strada scelta questa volta è un altra. Già, perchè la forma è sempre quella di una mozione, ma non sarà di censura e quindi da votare in aula, ma il documento sarà consegnato direttamente al presidente Fedriga. Una mossa che Massimo Moretuzzo e gli altri capigruppo hanno scelto per evitare il voto che non avrebbe sortito alcun risultato e per mettere, quindi, direttamente il presidente difronte ai fatti. «Fedriga - hanno spiegato - valuti il caso ed eventualmente assuma le azioni necessarie al fine di superare questa incompatibilità che per noi è evidente».

I FATTI NUOVI
Ma non è ancora tutto. Se da un lato, infatti, la mozione si basa sull'impalcatura della volta scorsa i presentatori si spingono oltre spiegando che "il documento introduce e sviluppa elementi nuovi sulla vicenda dell'incompatibilità dell'assessore Sergio Emidio Bini". Quali sono questi elementi lo diranno oggi, ma da quanto si è capito potrebbero essere legati alle spiegazioni che lo stesso Bini aveva fornito la volta scorsa in aula.

LE CONTESTAZIONI
Il tema generale del conflitto di interessi dell'assessore Bini - secondo i capigruppo di opposizione - è quello "dell'incompatibilità tra il ruolo di assessore e gli incarichi nella società che fornisce servizi alla Regione o a enti regionali" che nella discussione della scorsa volta era poi debordato "nell'acquisto, nel maggio del 2022, da parte dell'assessore Bini, in qualità di privato cittadino di immobili che erano di proprietà di Mediocredito, società all'epoca partecipata al 47% dalla Regione". Questi erano stati gli affondi dei tre capigruppo della minoranza, Diego Moretti per il Pd, Massimo Moretuzzo per Patto e Civica e Rosaria Capozzi per il Misto. Questa volta, come detto, i presentatori della mozione avrebbero qualche nuovo atto da mettere sul tavolo.
L'ASSESSORE
Il referente di Industria, Commercio e Turismo come aveva fatto la volta scorsa anche ieri ha deciso di non parlare preventivamente. Le eventuali repliche, se lo riterrà opportuno, le farà in aula, ma la sua posizione non si sposterà di molto rispetto a quanto aveva sostenuto la volta scorsa. In pratica aveva fatto presente che si trattava di "atti privati leciti e pienamente rispondenti alla legislazione che non hanno nulla di opaco". L'acquisto dell'immobile del Mediocredito era stata una "operazione immobiliare che riguardava soggetti privati e quindi non richiedeva alcuna gara pubblica". Una operazione per la quale l'imprenditore Bini aveva versato 750mila euro per un complesso in via San Francesco a Trieste. "Un prezzo - aveva ricordato - in linea con i valori di mercato. Nessuna norma vieta a un privato che rivesta il ruolo di assessore o di consigliere di dare corso a una transazione commerciale privata, di qualsiasi tipo".

LE SPIEGAZIONI
Come detto la mozione è stata respinta dall'intera maggioranza, senza neppure una defezione. Segno che quanto affermato dall'esponente della giunta era stato più che sufficiente per rispedire al mittente la mozione di censura. Questa volta il documento sarà inviato direttamente al presidente Massimiliano Fedriga che però, già allora, si era espresso in aula in maniera chiarissima. "È una vicenda assolutamente privata e anche se si tratta di operazioni consentite dalla legge aveva detto - voi avete cercato di buttare un po' di nebbia per infangare".
 

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