Assalto alla guardia medica: attimi di terrore, ma il vetro di sicurezza regge. Uomo in fuga

Il dottore: «Era nello studio, ma gli avevo spiegato che non era la procedura». Sul posto i carabinieri

Mercoledì 27 Dicembre 2023 di Loris Del Frate
Assalto e paura alla guardia medica, ma il vetro di sicurezza regge. Uomo in fuga

AZZANO DECIMO - C’è mancato poco. Veramente poco perchè non accadesse un altro caso di violenza nei confronti di un medico che la vigilia di Natale era al lavoro alla guardia medica ad Azzano Decimo. Per la verità il tentativo di aggressione c’è stato, ma fortunatamente il vetro della porta ha retto e l’immediato arrivo sul posto dei carabinieri han scongiurato altre possibilità di ritentare. L’uomo quando sono arrivati i carabinieri si è allontanato velocemente, facendo perdere le sue tracce. Resta il fatto che la tentata aggressione della vigilia di Natale è solo uno degli episodi che sempre più spesso accadono nei servizi ambulatoriali della continuità assistenziale, ma non solo. Certo, ogni tipo di violenza è da condannare, anche perchè i pochi medici che sono rimasti al lavoro ci mettono l’anima, ma è evidente che aver depauperato i servizi, costringere i cittadini a ore e ore di attesa che a volte non hanno neppure esito, oppure chiamare mille volte al telefono senza risposta perchè il medico è impegnato altrove visto che è solo, ha ingenerato un clima di tensione che sfocia in rabbia.

E quando la rabbia oscura il cervello, può capitare di tutto. La colpa di tutto questo ha nomi e cognomi.


I FATTI
La vigilia di Natale guardia medica di servizio era il dottor Riccardo Colloca, 36 anni, ma già dieci sul campo e una lunga esperienza. Era da solo a tenere testa a decine e decine di chiamate visto anche il periodo carico di virus, dal Covid all’influenza. «Di certo - racconta - il lavoro non mancava, quando sono entrati in sala alcuni cittadini. Sono uscito dall’ambulatorio e ho fatto presente che il servizio prevede che ci si prenoti con una telefonate, la presenza non è la strada corretta. Mi è stato risposto che non rispondeva nessuno. A quel punto ho spiegato che non era possibile rispondere, visitare fuori sede e parlare al telefono. Serviva pazienza e in ogni caso il fatto che fossero arrivati in sala d’aspetto non garantiva loro una via di accesso in ambulatorio privilegiata».


LA DISCUSSIONE
«Tutti hanno capito la discussione - va avanti il medico - tranne un giovane che mi si è avvicinato e ha iniziato a dire con insistenza che lui aveva bisogno. Gli ho fatto notare che anche gli altri pazienti avevano la sua stessa necessità, ma doveva telefonare». L’uomo è uscito, il medico è tornato in ambulatorio ed ha ripreso l’attività. «Ad un certo punto - racconta ancora il dottor Colloca - ha sentito un gran fracasso sui vetri. L’uomo con il quale aveva discusso prima sbatteva violentemente contro gli infissi e urlava. A quel punto ho subito chiamato i carabinieri che devo dire sono arrivati quasi subito, pur essendo anche loro sotto organico. Almeno così mi hanno detto, su quattro, erano solo in due. L’uomo nel frattempo era andato via. Io ho fatto presente l’accaduto, ma onestamente non so se lo hanno individuato. Non mi ha detto se la prestazione era per lui o per un suo parente, so solo che era un giovane non di nazionalità italiana».


ALL’ORDINE DEL GIORNO
Riccardo Colloca è anche il segretario del sindacato medico Snami, una delle organizzazioni più battagliere. «Posso capire la rabbia delle persone e dei pazienti che hanno bisogno di un servizio sanitario, ma non è certo causa nostra se non è possibile intervenire urgentemente. Voglio ricordare che su quattro medici di continuità assistenziale quando va bene ce ne sono due, altrimenti uno da solo deve gestire un territorio da 100 mila persone. Quello che è accaduto la vigilia di Natale - conclude - accade oramai ogni weekend. Sono fatti all’ordine del giorno. Ovviamente ho presentato la segnalazione anche alla direzione generale dell’Asfo, ma non è la prima volta che si affronta questo argomento e sino ad ora non ci sono state risposte. Speriamo che arrivino rinforzi, almeno in questo periodo critico, ma non sono fiducioso». La parola (e i fatti) ora toccano al direttore Generale Giuseppe Tonutti e magari al suo “capo”, l’assessore Riccardo Riccardi.

Ultimo aggiornamento: 16:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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