Troppi furti in monastero e ora l'abate decide di far pagare l'ingresso

Domenica 29 Dicembre 2019 di Alberto Comisso
L'abbazia di Sesto al Reghena
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SESTO AL REGHENA - Due euro per poter visitare il complesso abbaziale di Santa Maria in Sylvis. È l’obolo che l’abate Giancarlo Stival sta chiedendo a quanti arrivano per scoprire le bellezze del monastero benedettino. Un’offerta che, come ha giustificato il monsignore, serve per garantire l’apertura continua dell’abbazia e, in particolare, un servizio di sorveglianza svolto da alcuni collaboratori parrocchiali. «Sono obbligato a fare così – tuona Stival – dal momento che i furti non mancano. Negli ultimi anni se ne sono contati diversi, tra i quali anche una bibbia antica che è stata poi recuperata. Anche di recente ho dovuto fare i conti con la sparizione di un candeliere, senza contare che spesso i visitatori non si limitano a osservare, ma pretendono di toccare oggetti sacri che facilmente si rompono».  Da qui l’idea di assoldare dei vigilanti, che hanno soprattutto il compito di garantire che nessuno possa danneggiare o portare via qualcosa.
L’ALTERNATIVA 
«L’alternativa – ricorda l’abate – era di chiudere l’abbazia e di aprirla al pubblico soltanto per le funzioni religiose. Politica, questa, che stanno adottato sempre più parroci. Non si può infatti pretendere di lasciare aperto un luogo sacro, come l’abbazia di Sesto al Reghena, senza un controllo per tenere lontani malintenzionati e curiosi». Poi don Stival, anche per placare alcune polemiche nate in paese, chiarisce: «All’ingresso c’è una persona che chiede di versare 2 euro per vistare il monastero. Una persona può fare l’offerta ma anche rifiutarsi. A nessuno, da quanto mi risulta, è stata mai negata la visita». 
IL DISSENSO
A Sesto, come detto, più di qualche turista non ha gradito il fatto di essersi sentito chiedere i 2 euro per entrare nell’abbazia. «Un ragazzo – ha riferito uno dei visitatori – a ognuno di noi ha chiesto 2 euro. Alle nostre domande ha risposto che si trattava di un contributo chiesto a chi intende scoprire l’abbazia fuori dagli orari delle funzioni religiose, per sostenere il pagamento degli ultimi lavori di restauro. Di fronte a quelle richieste, ce ne siamo andati. Un’offerta deve essere libera, senza alcun vincolo». L’abate Stival, parlando proprio dei restauri, ha garantito che questi riprenderanno quanto prima: «Manca da completare un pezzo di atrio – annuncia – ma per quei lavori se ne riparlerà non prima delle primavera del prossimo anno. A questo proposito l’anno scorso la Regione aveva impegnato 33mila euro che rappresentavano la terza e ultima tranche, in aggiunta ai 200mila del primo lotto e ai 194 mila del secondo. Monsignor Stival ha ricordato che l’abbazia, uno degli edifici storici più importanti della regione, negli ultimi anni aveva già potuto godere di fondi per rinnovare finestre, tetto e ambienti, oltre ai restauri che si stanno portando avanti.
Alberto Comisso
Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre, 08:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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