Stevanato group. «Dal garage a Wall Street, un'ascesa da miliardario». La regola del nonno: lavorare sempre e il lunedì ricominciare da zero

Lunedì 26 Giugno 2023 di Edoardo Pittalis
Franco Stevanato

Il mestrino Franco Stevanato, con il fratello Marco e il papà Sergio, guida l’omonimo gruppo con base a Piombino Dese che fabbrica contenitori in vetro per il settore farmaceutico: «Ogni giorno 35 milioni di pazienti usano i nostri prodotti.

L'inizio della storia sembra un film di guerra americano di metà Anni Cinquanta, pochi effetti speciali, colori che paiono infuocati, eroi stanchi di morire. Sullo schermo si vede un marinaio italiano della nave d'appoggio nelle acque del mare Ionio, al largo di Cefalonia. Il giovane non fa in tempo a puntare l'arma che da un caccia inglese Spitfire il mitragliere apre il fuoco con la sua Browning e il militare cade gravemente ferito. Attorno fiamme, ululati d'allarme delle sirene, onde che s'alzano già insanguinate. Quel marinaio era Giovanni Stevanato di Mestre, nell'attacco aereo ha perso un polmone. Aveva talento di inventore e nel 1949 in un'officina di Zelarino, un garage attaccato alla casa, ha creato la Soffieria Stella dalla quale è nata la Stevanato Group, azienda internazionale quotata alla Borsa di New York che chiuderà il 2023 con un fatturato di un miliardo di euro.

Stevanato group, l'azienda veneta di Piombino Dese

Fabbrica ogni tipo di contenitori in vetro per il settore farmaceutico, dal flacone alla siringa, dal vaccino agli autoiniettori. Sedici stabilimenti in nove paesi diversi. Il cuore storico è a Piombino Dese dove Giovanni e il figlio Sergio si sono spostati negli anni del boom. A Piombino, tra quattro fiumi e una terra che raccontano fosse quasi nera come il piombo, lavorano oggi 2300 dipendenti. Altrettanti sono sparsi dalla Slovacchia alla Cina, dagli Usa al Brasile. Al vertice padre e figli: Sergio, Franco e Marco Stevanato. In un anno dagli stabilimenti della Stevanato Group escono 10 miliardi di prodotti diretti alla cura delle malattie croniche, diabete, anestetici, antitumorali, vaccini, eparina, trattamento per obesità e le nuove tecnologie byologique. Tutto quello che è iniettabile. «Ogni giorno più di 35 milioni di pazienti nel mondo usano i nostri prodotti. Nove case farmaceutiche su dieci sono fornite da noi. Il nonno andava a Murano a prendere il pacco di vetro, la nonna la aiutava anche a ritirare i pagamenti. Noi siamo quotati a Wall Street», dice Franco Stevanato. Mestrino, 50 anni, sposato con Francesca, quattro figli: Ludovico, Cristiana, Giovanni e Allegra, la più piccola, 11 anni.

Una storia che parte nell'Italia della ricostruzione: come era il fondatore, nonno Giovanni?
«È incominciata col vetro, a Mestre, nel quartiere di Zelarino. C'era richiesta di contenitori in vetro per settore alimentare e cosmetico e nonno Giovanni faceva anche serigrafie per le bottiglie di Orangina e delle bibite che si vendevano allora. Era una persona sofferente perché il polmone rimasto funzionava ridotto, è morto a 83 anni, di mercoledì, il giorno prima era in fabbrica. Al piano terra aveva una grande lavagna tecnica sulla quale disegnava le macchine da creare, poi girava tutte le officine per farle fare.

Il sabato per lui era sacro: la Settimana Enigmistica, dalla prima all'ultima pagina, mentre nonna Maria andava dal parrucchiere; e la sera immancabilmente in pizzeria a Martellago. Ogni estate prenotavano per venti giorni ad Auronzo, erano le loro vacanze. Era un grande lettore, diceva che non si finiva di imparare nemmeno a ottant'anni. Ha aiutato tanti a studiare, pagava la scuola di figli di operai e di chi aveva capacità ma era povero. Lo abbiamo scoperto solo il giorno del funerale. Mi ha insegnato una formula molto semplice: lavorare sempre e sapere che il lunedì mattina di riparte da zero».


Poi è arrivato il momento di Sergio, suo padre?
«Il nonno e papà Sergio, che ha 80 anni, sono entrati nel settore della trasformazione del vetro e hanno colto il grosso cambiamento negli anni 70 con lo sviluppo del settore farmaceutico. Era il boom dell'Enterogermina in contenitori di vetro. Gli Stevanato hanno sviluppato una loro tecnologia: in Italia c'erano 74 soffierie, loro hanno creato macchine più veloci, più adatte, più competitive. Questo ha attratto nuovi clienti e ha spinto per l'export che oggi rappresenta il 93% della produzione. Col Duemila c'è stata l'accelerata, le case farmaceutiche ci hanno dato la possibilità di seguirle nella loro espansione nel mondo e ci siamo concentrati sulla struttura aziendale per gestire la complessità e avere un'organizzazione pronta ad affrontare la sfida».


Come è stato il rapporto con il padre?
«Papà è una figura carismatica, appena finiti gli studi di giurisprudenza ha incominciato ad affiancare il nonno ed è stato lui a dare la prima architettura all'azienda. D'estate andavo una volta alla settimana con lui a Milano dove aveva un piccolo ufficio. Ci si alzava presto e si partiva. Ho assorbito sin da piccolo l'azienda, le discussioni tra nonno e papà. Come figlio ancora oggi mi incute timore quando mi chiama, ti tiene sempre in tiro, conclusa una sfida ne prepara una nuova. Una persona umile, disciplinata, alle 8 del mattino in ufficio, la nostra vita è sempre stata regolata dai suoi orari. Lui era entrato nel 1964, ha avuto la tenacia di reinvestire sempre tutto in azienda e oggi siamo tra i primi al mondo in molti prodotti. Viene ancora in fabbrica ogni giorno, lo chiamano il Cavaliere, mantiene un rapporto personale con tutti, parlare gli serve per capire che lo stile dell'azienda non è cambiato. Racconta che il momento di sviluppare le macchine è stata la fatica più grande, ma anche il più grande successo. Il fatto di essere entrati nella Borsa di New York significa che l'azienda cresce e ne è fiero. Nelle riunioni video con dirigenti e manager nelle quali si parla ormai quasi solo in inglese, sottolinea che questa è la garanzia che si continuerà a crescere».

Franco, quando è entrato nell'azienda?
«Dopo la laurea in Scienze Politiche a Trieste, sono stato un anno in una multinazionale a Parigi, ma volevo entrare subito in azienda e nel 1998 sono arrivato incominciando a seguire la parte commerciale, ero sempre in giro per il mondo. Nel Duemila ho aiutato a costruire la nuova azienda, varando un piano industriale quinquennale e aprendo fabbriche dalla Cina al Brasile. Abbiamo comprato una grossa azienda tedesca che faceva plastica e aveva stabilimenti in California. Abbiamo costruito un assetto tecnico-scientifico sviluppando la ricerca sui prodotti, dai brevetti attorno agli autoiniettori e ai prodotti sterili. Ci siamo trasformati da azienda che fa componenti ad azienda che fa sistemi. Siamo partiti da Piombino Dese che nel 1998 fatturava 36 miliardi di lire, tutti insieme in vent'anni siamo arrivati al miliardo di euro. Investendo nella ricerca e in strutture per essere sempre più vicini ai clienti».


E il giorno della grande svolta?
«Noi lo chiamiamo il Giorno Uno', nel 2020, quando abbiamo deciso di quotarci in Borsa a New York. L'abbiamo fatto in questa stanza, preparandolo con mesi di lavoro. Abbiamo celebrato tutti assieme a Valdobbiadene, con una grigliata. Oggi stiamo facendo uno stabilimento simile a questo di Piombino in Indiana e un altro a Cisterna, un terzo lo faremo a Shangai. Quello che non sapevamo allora è che ci aspettava la pandemia. Avevo accompagnato i figli alle gare di nuoto a Bolzano, e sulla strada del ritorno scopro quasi che il mondo si era fermato. C'era il Covid: abbiamo preso le misure di sicurezza in tutti gli stabilimenti, la produzione ha avuto una accelerazione formidabile. Ci siamo tuffati nella lotta contro il Covid con i nostri centri di ricerca di Piombino e di Boston, abbiamo supportato le case che sviluppavano i vaccini. Con le nostre macchine abbiamo aumentato ovunque la capacità produttiva. Abbiamo fornito miliardi di flaconi per vaccini».


Non c'è spazio per un hobby?
«Quattro figli è già un bell'hobby. Mi piace fare sport, ho fatto nuoto agonistico fino ai 20 anni, con la Veneziana Nuoto: sui 50 e 100 stile libero. I miei figli fanno tutti nuoto: è lo sport di famiglia».

Ultimo aggiornamento: 28 Giugno, 14:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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