Rivoluzione dei servizi sociali: gestione associata tra i Comuni

Martedì 31 Ottobre 2023 di Gabriele Pipia
La sede dei Servizi Sociali del Comune di Padova

PADOVA - È uno dei settori più importanti e delicati di ogni Comune, il punto di riferimento per tutti i cittadini in difficoltà. Anche nel Padovano è ufficialmente cominciato l’iter che porterà ad una grande riorganizzazione dei servizi sociali. La quinta commissione regionale sta discutendo la riforma dei cosiddetti “Ats”, i nuovi Ambiti territoriali sociali. L’obiettivo è arrivare ad una gestione associata tra i Comuni
Il ragionamento alla base è semplice: i servizi sociali si stanno trovando ad affrontare sfide sempre più grandi, anche e soprattutto per effetto della povertà e dell’invecchiamento della popolazione. Serve un piano per mettere assieme le forze, uniformare i servizi e razionalizzare le spese.

L’indirizzo nazionale è chiaro, il progetto di legge regionale è in fase di studio e intanto i sindaci padovani si prepararono alla rivoluzione.


LA PROPOSTA
Gli Ats in provincia di Padoba saranno cinque. Non c’erano dubbi su quello della Bassa Padovana e su quello dell’Alta mentre era tutta da definire la questione per le altre zone della provincia. Pare che la proposta iniziale della Regione fosse quella di avviare altri due Ats: uno che comprendesse Padova e alcuni comuni limitrofi e poi uno che raggruppasse Terme, Colli e Piovese.
Il comitato dei sindaci, però, si è riunito il 19 ottobre e ha deciso all’unanimità proponendo un assetto organizzativo con altri tre Ats. Il primo comprenderà l’intera città di Padova e poi Limena, Cadoneghe, Noventa e Saonara. Il secondo Ats comprenderà tutti i Comuni dell’attuale distretto Terme Colli. Nel terzo troveremo i Comuni dell’attuale distretto Padova Piovese. 


IL DOCUMENTO
È tutto scritto in una lettera inviata nei giorni da Filippo Giacinti, sindaco di Albignasego e presidente del comitato dei sindaci. I primi cittadini ritengono che la scelta migliore sia questa «nell’ottica del servizio più vicino al cittadino». 
Il comitato dei sindaci evidenzia poi «l’assoluta imprescindibilità di prevedere nella futura legge regionale un congruo e adeguato finanziamento». I Comuni sono per la maggior parte favorevoli alla gestione associata dei servizi sociali ma chiedono di avere fondi necessari per garantire sevizi all’altezza senza dover ricorrere alla spesa corrente. 


L’ITER
La discussione politica è stata avviata la scorsa primavera e mese dopo mese si è fatta sempre più intensa. Se ne parla dei palazzi regionali ma se ne discute eccome anche nei municipi padovani dove alcuni sindaci parlano di «riforma epocale» ma si dicono anche preoccupati per le risorse economiche che arriveranno da Roma e da Venezia. 
Con un comunicato ufficiale lo scorso 12 aprile l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin aveva annunciato di aver presentato alla giunta il disegno di legge «con il quale sarà rivisto l’assetto organizzativo e istituzionale dei servizi sociali». Per Lanzarin questi Ats «saranno il contesto in cui sarà sviluppata la gestione associata dei servizi sociali. Essi diventeranno il fulcro della programmazione, della pianificazione, del coordinamento locale e della gestione della funzione socio-assistenziale con una visione complessiva su di un territorio più vasto rispetto a quello del singolo comune». 
C’è già stato un primo giro di audizioni in quinta commissione e l’approvazione del disegno di legge è atteso per i prossimi mesi. Da quel momento ci saranno massimo due anni di tempo per adottare i decreti attuativi necessari e far scattare per davvero la riorganizzazione dei servizi sociali. Padova si prepara.
 

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