Fvg, si è bloccato "l'ascensore sociale": da sei anni i figli guadagnano meno dei padri.Cresce la povertà ereditata

Lunedì 24 Ottobre 2022 di Loris Del Frate
Da sei anni i figli quadagnano meno dei padri

FRIULI - L’ascensore sociale è guasto già da tempo. Anche in una regione come il Friuli Venezia Giulia dove tutto sommato le possibilità di una vita decorosa sono ancora integre. In realtà, secondo i dati dell’ultimo rapporto Caritas 2022 da sei anni almeno, i figli non vivono meglio economicamente e socialmente rispetto ai loro genitori. Detto così sembra poco, in realtà è forse una delle indicazioni più importanti che emergono dal rapporto. Già, perchè la mobilità sociale, la possibilità, insomma, di muoversi tra posizioni o status sociali della comunità, tendenzialmente non punta più verso l’alto, ma oramai ha decisamente la punta verso il basso.

Ma c’è di più: stiamo parlando dell’ascensore sociale non delle famiglie povere che ricevono sussidi, generi alimentari, vestiario e contributo per sopravvivere, ma del ceto medio, quello a cui appartengono la maggior parte delle famiglie friulane.


I NUMERI 
C’è anche di peggio. In effetti, secondo i rilievi e i report effettuati dagli esperti, per i nati tra il 1972 e il 1986 la quota di chi sperimenta una mobilità verso il basso è pari al 26,6 per cento, tale da superare i livelli registrati da tutte le generazioni precedenti, inclusa quella più anziana dei nonni. Il peggioramento - afferma lo studio Caritas - è tanto più incisivo se si considera che tra i componenti dell’ultima generazione la quota di ha una mobilità discente, verso il basso dunque, supera la quota di chi, al contrario, ne sperimenta una ascendente.
LE MOTIVAZIONI
Sono diversi i motivi che hanno portato a questo quadro anche in Friuli Venezia Giulia. Tre, comunque, sono quelli principali. Il primo è la precarietà del lavoro che non consente di programmare la vita e di avere una stabilità economica per entrare a far parte di una classe sociale stabilmente. Il secondo la perdita del valore del titolo di studio. Oggi, pur con una laurea o un diploma non c’è sicurezza del posto e in ogni caso il reddito non è più paragonabile, neppure proporzionalmente a quello di anni fa. Il terzo le crisi che si sono susseguite e la privazione del lavoro.


L’EREDITÁ 
Ma se il blocco dell’ascensore sociale in salita è fermo da anni, c’è un altro fenomeno che è pure più grave. Stiamo parlando della povertà ereditata. Come dire, in parole semplici, che chi nasce in una famiglia che ha bisogno di aiuto per vivere, nel 60 per cento dei casi resta a quel livello. Quasi sei persone su dieci risultano vivere una condizione di precarietà economica in continuità con la propria famiglia di origine. Tra gli utenti Caritas coloro che percepiscono un peggioramento della propria condizione e che quindi possono dirsi “impoveriti” nel corso della loro vita, rappresentano più della metà degli assistiti, 55,3%, un quarto 24,9% ammette di vivere in continuità rispetto allo standard dei propri genitori e solo il 19,8% riconosce invece un miglioramento. È stata condotta un’indagine con la collaborazione di Caritas e Don Bosco, avente come obiettivo lo studio della delicata fase di transizione scuola - lavoro, riferita a giovani e adolescenti che vivono in famiglie in difficoltà e che sono intercettate da Caritas o da Centri di Formazione Professionale (Cfp) dei Salesiani. Secondo i dati raccolti il 41,3% ha vissuto in famiglia gravi problemi economici a causa del Covid; il 44,1% riceve aiuto per pagare le spese scolastiche; il 37,4% non si sente preparato per continuare gli studi; il 57,1% non è pronto ad entrare nel mondo del lavoro; il 78,6% non è stato aiutato da nessuno a scuola per orientare il proprio futuro. 


POVERTÁ ASSOLUTA
È l’ultimo anello di questa fragilissima catena. Le famiglie in povertà assoluta in Friuli Venezia Giulia sono il 6.7 per cento, pari a circa 4.500 nuclei. In riferimento all’età, i livelli di povertà continuano ad essere inversamente proporzionali all’età: la percentuale di poveri assoluti si attesta infatti al 11,2% fra i minori, al 8,4% fra i giovani di 18-34 anni, all’9,1% per la classe 35-64 anni e al 5,3% per gli over 65 . Da segnalare che il dato è fermo al 2021. I numeri, dunque, sono saliti.

Ultimo aggiornamento: 07:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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