Alla Rinascente arriva il sindaco: «Bisogna evitare un buco nero»

Mercoledì 28 Novembre 2018 di Nicola Munaro
Alla Rinascente arriva il sindaco: «Bisogna evitare un buco nero»
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PADOVA Le preoccupazioni principali, quelle che verso le undici di ieri mattina l'hanno spinto fin dentro allo store de La Rinascente di piazza Garibaldi per incontrare il responsabile del personale e il direttore del negozio, sono due per il sindaco Sergio Giordani: capire cosa sarà del palazzo di tremila metri quadri una volta che dal 16 febbraio La Rinascente non ci sarà più (l'ultima giornata di vendita è in agenda venerdì 15) e quale il destino della settantina di lavoratori (39 i dipendenti del gruppo, più i dipendenti dei marchi di moda ospitati all'interno del magazzino) che lì lavorano dal 1999, da quando cioè la società aveva aperto nella città del Santo il suo unico punto vendita in Veneto. 

IL CASO Spese troppo alte: chiude la Rinascente

«Si tratta di lavoratori e dipendenti di altissima qualità e competenza, questo può essere un vantaggio per loro nella fase di ricollocazione, anche se non vuol dire che non ci saranno problemi. Ma il fatto che La Rinascente lasci  Padova è un problema: è negozio di qualità, che qualifica il centro. Dovrò parlare per forza con i proprietari dello stabile perché Padova non ha bisogno di un nuovo buco nero. L'unica cosa che un sindaco può fare, in quella che è una trattativa tra privati, è una moral suasion». 
L'incontro, seppur telefonico, è arrivato nel tardo pomeriggio di ieri. E, confermano le voci (tanto quelle vicine all'amministrazione di Palazzo Moroni, tanto quelle della famiglia Tabacchi), il rischio che quello spazio da tremila metri quadri diventi un buco nero è minimo.
LA STRATEGIANell'idea della famiglia Tabacchi, che non ha accettato la proposta di Rinascente di un rinnovo al ribasso del canone mensile d'affitto attuale (si parla di cento mila euro al mese) rilanciando per un contratto più alto, la strategia è infatti già tracciata. Il palazzo di piazza Garibaldi subirà una ristrutturazione per poi essere rimesso sul mercato con un appeal maggiore. E più di qualcuno vocifera che ci sia già un accordo, o un precontratto, con un colosso dell'abbigliamento dai numeri più forti di quelli di La Rinascente. 
Una vulgata che ieri serpeggiava anche nel magazzino, dove i dipendenti con la bocca cucita sull'argomento parlavano comunque di «fulmine a ciel sereno» e della possibilità che «dietro a questa operazione ci sia un marchio pronto a sbarcare e scalzare Rinascente» dal posto che per vent'anni era stato suo. Anche perché, se da un lato il motivo dell'affitto troppo oneroso è considerato il peccato originale, dall'altro risulta difficile da credere che a spingere all'addio sia stato un guadagno risicato.
LA MEDIAZIONE«Pensare che questa attività sia in perdita viene difficile, ascoltando anche quello che ho sento dire qui ha aggiunto l'assessore comunale al commercio Antonio Bressa, anche lui ieri con Giordani in visita all'interno del punto vendite - Adesso bisogna capire come muoversi per risolvere una situazione complicata, dove sono tanti gli aspetti in ballo.

Non ultima la questione dei lavoratori». Dal canto suo La Rinascente ha fatto sapere che i dipendenti troveranno posto negli altri store del marchio. Ma ciò che preoccupa, e che sarà il punto dell'incontro in programma il 6 dicembre, è il fatto che non ci sono altri negozi in Veneto. «Tutti sanno dove sono le filiali delle aziende. Non è facile lasciare ogni cosa per spostarsi», ha spiegato una rappresentante sindacale interna. Resta il punto interrogativo sul futuro. Detto che Zara intende spostarsi da piazzetta Pedrocchi («lo stabile di piazza Garibaldi sarebbe perfetto per noi, ma non ho nessun tipo di segnale che ci si possa spostare lì» conferma la responsabile d'area) si fa avanti una suggestione chiamata Primark, nota catena di abbigliamento irlandese. 

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