Tragedia all'Allegri, la relazione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ricostruisce lo schianto

Sabato 6 Maggio 2023 di Gabriele Pipia
L'ulltimo istante prima dello schianto

PADOVA - La dinamica esatta dello schianto mortale. La testimonianza diretta di chi ha assistito a quella spaventosa scena. Le foto choc dell’aereo precipitato tra le case. E poi, soprattutto, le cause di una tragedia che poteva diventare una strage. Due anni dopo è tutto chiaro: ieri mattina l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ha pubblicato la relazione d’inchiesta sul terribile incidente capitato il 19 giugno 2021 all’aeroporto Allegri di Padova. All’ora di pranzo gli abitanti di via Sorio videro un aereo piombare addosso a un albero e poi sull’asfalto prima di incendiarsi. Perse la vita il pilota lombardo Egidio Gavazzi, ottantatreenne editore-magnate. 


Secondo la ricostruzione degli esperti volava ad una velocità troppo elevata e probabilmente venne tradito da un colpo di calore visto che la temperatura percepita arrivava a 37 gradi. È tutto scritto nelle 41 pagine di relazione ufficiale.

Una relazione in cui viene sottolineata anche la carenza di controlli al presidio di primo soccorso dell’aeroporto Allegri. 


IL FATTO
L’agenzia Ansv conduce le inchieste di sicurezza sugli riguardanti i voli civili con l’obiettivo di prevenire futuri incidenti. L’inchiesta è parallela e separata rispetto a quella svolta dalla magistratura per accertare colpe o responsabilità. L’incidente padovano analizzato è quello che vide protagonista l’aereo Hawker Beechcraft V-35 Bonanza decollato alle 10 dall’aeroporto di Milano Bresso per un volo turistico diretto a Padova. Un’ora dopo, al momento dell’atterraggio, l’aereo rimbalzò tre volte sulla pista senza riuscire ad atterrare. A quel punto riprese quota, si schiantò contro un albero e infine precipitò su un piazzale asfaltato di fronte all’entrata nord-est dell’aeroporto. Il pilota morì sul colpo e il suo cadavere venne trovato carbonizzato per via dell’incendio seguente. Egidio Gavazzi era un biologo e divulgatore scientifico erede di una nota famiglia dell’aristocrazia lombarda. Aveva alle spalle 1.480 di volo e aveva la licenza dal 1958. 


I DETTAGLI
La relazione ufficiale contiene una lunga serie di immagini e dettagli tecnici raccolti grazie alle telecamere di sorveglianza dall’aeroporto. Si parte dalle analisi dell’aereo completamente distrutto e si continua con le condizioni meteo: 29 gradi di temperatura esterna, una situazione che richiedeva «estrema cautela» per il rischio di colpi di calore. 
Per quanto riguarda la dinamica - ricostruita basandosi sulle tracce al suolo, sulla distribuzione dei rottami e sui danni al velivolo - emerge che dopo aver rimbalzato sull’asfalto l’aereo di Gavazzi impattò con la semiala destra l’albero prima di precipitare. Se lo schianto fosse avvenuto poche decine di metri più in là i danni e le vittime sarebbero stati ben maggiori. 

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LE CAUSE
La relazione esclude che ci fossero problemi al motore o altri malfunzionamenti. Gli esperti sottolineano però che «l’ultima parte di volo veniva condotta ad una velocità eccessiva». Si parla di quasi 100 nodi mentre il manuale di volo del velivolo prevede, per quel peso e per quelle condizioni, una velocità dai 62 ai 70 nodi. Gli stessi esperti ipotizzano che il pilota in fase di atterraggio «non avesse la lucidità necessaria, per un decadimento delle capacità cognitive e decisionali. Tale condizione e la conseguente perdita di consapevolezza situazionale da parte del pilota - si legge - potrebbero essere state indotte dallo stress termico a cui era stata sottoposta una persona in età certamente avanzata, che aveva effettuato un volo a bassa quota, in una giornata particolarmente calda e umida». Così si spiegherebbero le mancate comprensioni da parte del pilota delle comunicazioni fornite dall’aeroporto Allegri in merito al traffico in cielo prima dell’atterraggio. Così si motiverebbero anche i tentativi falliti di atterraggio e poi la decisione di riprendere quota quando ormai la pista a disposizione era pochissima. Chi ha assistito alla scena seguente non la scorderà mai. 

Ultimo aggiornamento: 08:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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