​«Le piazze non sono delle sale da pranzo, tutti hanno diritto di viverle»

Giovedì 6 Giugno 2019 di Mauro Giacon
Edi Pezzetta
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PADOVA - «Non è tollerabile che piazza dei Signori diventi uno spazio privato, coperto da ombrelloni che la fanno scomparire. Inoltre i plateatici non sono sulla piazza, la occupano. Per noi questo diminuisce la possibilità della comunità di usufruirne. Alla sera quasi non si può passare. Ma non si organizza una sala da pranzo in mezzo a una piazza». L'architetto Edi Pezzetta ispettore di zona della Sovrintendenza è qui da 30 anni, ed essendo del '53 di cose della città ne ha vissute tante. C'è stato un caso lo scorso anno che ha irritato la Sovrintendenza, una ristrutturazione di locali che ha danneggiato un pavimento storico e nel contempo richiedeva un plateatico. Così si è risvegliata l'attenzione dell'antenna del ministero della cultura che ha chiesto un quadro complessivo dei plateatici al Comune, censimento che è arrivato nel novembre scorso. E la risposta a maggio è stata che «le strutture sono quasi tutte non autorizzate secondo la legge».
CHI RISCHIAIl fatto è che esiste una legge, il Codice dei beni culturali del 2004 che finora è stato ignorato. E bisogna dirselo. «Se il Comune come abbiamo inteso voleva darsi delle regole noi gliele abbiamo fornite - continua Pezzetta - Dunque ora sa che ci sono degli abusivi». E che si rischia? «Non siamo noi l'autorità che deve intervenire ma chi dà la concessione». Il Comune. Che però ha chiesto tempo anche se, come dice l'assessore Colasio che conosce bene l'ambiente, quando la Sovrintendenza parla, comanda all'istante. «Il Comune potrebbe agire in autotutela» annota Pezzetta. Cambiando la natura delle concessioni, o chiedendo un adeguamento graduale, sperando che qualche concorrente non inoltri un esposto. Comunque da mesi tutti i nuovi plateatici rispondono ai canoni indicati da Venezia.
«Il Comune con i 220 esercizi censiti e inviati ai nostri uffici ci permesso una verifica - aggiunge Pezzetta - E noi abbiamo stabilito alcuni principi per le autorizzazioni. Che ora possono essere date, con alcune prescrizioni. Quando finora regnava l'anarchia».
GLI ABUSIVIEsempi? «Ci sono situazioni come quella del bar Margherita che sono state tollerate. Il tendone non è mai stato autorizzato tanto che Graziati non ce l'ha. Ma io dico: quando un turista esce da via Marsilio da Padova potrebbe godere di uno dei più bei scorci della città e invece si trova gli ombrelloni e i tavolini». Allora come la mettiamo con la discussa veranda di piazza Cavour che ha un impatto fortissimo sulla piazza? «Quello fu uno dei tre dehors concessi per un accordo con l'amministrazione. Come Zairo e un altro in Prato della Valle». All'epoca era sindaco Zanonato. «Nemmeno il plateatico di Pe pen ha l'autorizzazione, invece abbiamo autorizzato un plateatico in piazza Eremitani, mai aperto.
VIA ROMAE veniamo a Via Roma. «Guardi alla situazione della chiesa dei Servi. A parte l'edicola in mezzo, il sottoportico ha la funzione di mediare fra spazio sacro e pubblico. Con i plateatici che occupano la sede stradale perde funzione e tocca fare una gimkana. Senza pensare a un'ambulanza che debba passare».
Ci spieghi però l'idea di impedire le fioriere... «Lo spazio pubblico viene concesso, non è privato. Se recingi chiudi, privatizzi gli spazi. Insomma il diritto è di chi fruisce della città non solo di chi prende lo spritz. È proprio per questo che in generale le strutture alla sera devono essere rimosse perché la piazza ritorni piazza e la strada ritorni strada. Come si fa con il mercato».
Però non tutte le città del Veneto sono uguali. A Treviso non c'è tutta questa severità. «Vero è che alcune città hanno adottato dei protocolli ed altre no. Ma lei ha mai visto ombrelloni a S. Marco? No. Eppure c'è il sole anche lì e nessuno muore di fame. E chi ha detto che piazza dei Signori dev'essere da meno?»
IL SINDACOL'amministrazione ieri si è schierata a difesa dei commercianti e per il dialogo con la Sovrintendenza, a cominciare dal sindaco. Ma l'impressione è che tutti sappiano che la partita è durissima. Giordani: «Noi cercheremo di farci partecipi dei problemi degli esercenti e di trovare delle soluzioni con la Sovrintendenza. Padova ha vantaggi e svantaggi nel suo essere molto importante dal punto di vista culturale».
Mauro Giacon
Ultimo aggiornamento: 7 Giugno, 09:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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