Padova. Altri due giovani gay aggrediti a
calci e pugni e insultati: «Froci di merda»

Sabato 28 Agosto 2010 di Alberto Rodighiero
Enrico e Matteo, l'altra coppia gay aggredita a Padova, durante la manifestazione del 16 giugno
PADOVA (28 agosto) - Ancora omofobia a Padova. Altri due giovani gay in ospedale dopo un’aggressione mentre erano appartati in auto. La citt del Santo non solo la patria dei "pacs alla padovana", del Pride village, della tutela delle differenze e delle battaglie per le libertà personali. Una volta in più mostra il suo lato oscuro fatto di intolleranza e violenza. Com'era già accaduto a giugno quando in piena notte, nel cuore del centro storico, due ragazzi che camminavano abbracciati erano stati pesantemente insultati e presi a calci e pugni da un ultrà, ora ritorna la violenza. Cieca, stupida, senza motivo.





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In questo caso, a fare da sfondo alla vicenda è l’area alla periferia della città attorno all'inceneritore: in zona industriale, luogo di incontri omosessuali conosciuto in tutto il Veneto. A lanciare l'allarme, che è anche una denuncia, ci pensa direttamente una delle vittime dell’aggressione, che si affida al profilo Facebook di Alessandro Zan, il segretario regionale dell'Arcigay e assessore all'Ambiente del Comune di Padova. Lo stesso Zan che per anni si è battuto (con successo) per l'istituzione del "registro comunale delle coppie di fatto". Enrico Bertelli, che gestisce un noto bar del centro storico, descrive così, l'agguato di cui è stato vittima mercoledì scorso: «Ore 1.30, aggressione in zona inceneritore. Io e il mio amico D.C. aggrediti da 3 napoletani a calci e pugni al grido "froci di merda". Al 112 il poliziotto mi fa: "Ma lei che ci fa nelle zone buie a quest'ora?". Dopo mezz'ora di attesa decidiamo di andare in centrale. Fortunatamente eravamo riusciti a fuggire: 10 giorni di prognosi a lui, 3 a me».



Sull'accaduto stanno indagando i carabinieri, che nelle ultime ore hanno visionato alcune immagini registrate da una telecamera di videosorveglianza presente nella zona. Non è escluso che i tre volessero rapinare i due omosessuali. Secondo il barista, invece, si sarebbe trattato di un agguato squadrista in piena regola che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi, se i due ragazzi non fossero riusciti a darsi rapidamente alla fuga.

Una vicenda che ha già suscitato dibattito sulla rete. La seconda aggressione di questa calda (anche per le polemiche) estate in una città che si è sempre dimostrata aperta nei confronti della comunità omosessuale. Non è infatti un caso che già nel 2002 Padova abbia ospitato il Gay Pride. E non è affatto un caso che a sedere in giunta sia proprio il segretario dell’Arcigay Zan, che della lotta per i diritti e per le libertà personali da sempre ha fatto la sua bandiera.
Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 21:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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