Omicidio Vigonza. Ferito con un tagliaunghie, un solo colpo fatale. Gli assassini: «Non volevamo ucciderlo»

Il movente sarebbe legato a questioni economiche, ma al momento nulla di riconducile allo spaccio

Martedì 26 Settembre 2023 di Marco Aldighieri
Omicidio a Vigonza

PADOVA - Il 30enne tunisino Marouen Ben Amer, la sera di domenica 17 settembre, è morto dissanguato dopo essere stato colpito con un tagliaunghie sulla coscia sinistra. Ieri mattina i suoi due aggressori, difesi dall'avvocata Elisabetta Costa, davanti al Gip di Imperia per l'interrogatorio di garanzia si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il giudice ha deciso di non convalidare il fermo, perchè essendosi costituiti non c'è il pericolo di fuga, ma ha ordinato la custodia cautelare nel carcere di Sanremo. Già nei prossimi giorni potrebbero essere trasferiti a Padova nella casa circondariale Due Palazzi. I due nordafricani sono accusati di omicidio volontario in concorso. Il più anziano, 43 anni, è Abdel Kader Ben Ahmed con svariati precedenti di polizia per spaccio di sostanze stupefacenti. Tra il 2011 e il 2017 è stato "pizzicato" almeno tre volte a vendere droga.

Il secondo, Arbi Bouthouri di 36 anni è risultato invece incensurato. Entrambi sono senza fissa dimora e irregolari sul territorio italiano.

Il fatto

L'agguato a Ben Amer è avvenuto la sera del 17 settembre in via Aldo Moro a Vigonza. Il movente sarebbe legato a questioni economiche, ma al momento nulla di riconducile allo spaccio. I tre tunisini, compresa la vittima, si mantenevano da vivere con piccoli lavori in "nero". Tra il 30enne e i due connazionali, secondo una prima ricostruzione, ci sarebbe stata una colluttazione. Poi uno dei due dietro alle sbarre ha estratto da una tasca un tagliaunghie e, con un colpo solo, ha ferito Ben Amer all'interno della coscia sinistra. Bouthori e Ben Ahmed, dopo avere rubato al trentenne agonizzate a terra il telefono cellulare e il portafogli, si sono dati alla fuga. Mentre scappavano si sono anche liberati del tagliaunghie insanguinato. Due amici di Ben Amer, presenti all'aggressione, hanno provato ad aiutarlo, ma in pochi minuti è deceduto per choc emorragico. Vicino al cadavere è stato ritrovato il suo zainetto, con all'interno i vestiti puliti appena ritirati dalla lavanderia. Ben Amer era nato in Tunisia e da circa tre anni si muoveva tra Padova e i comuni della cintura urbana. Il trentenne, come chi gli ha tolto la vita, era irregolare in Italia e senza fissa dimora. Nel 2020 era finito nei guai con la legge per essere entrato clandestinamente.

«Non volevamo ucciderlo»

La legale Elisabetta Costa è riuscita a convincere i suoi due assistiti, in fuga verso la Spagna, a rientrare in Italia per costituirsi. Così, dopo cinque giorni da latitanti, lo scorso venerdì alle 14.30 si sono consegnati agli inquirenti di fronte al fast food McDonald'S di Sanremo. Agli investigatori hanno dichiarato: «Non volevamo ucciderlo, quando abbiamo saputo della sua morte abbiamo deciso di rientrare in Italia e di costituirci». Ieri, davanti al Gip ligure, hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere perchè vogliono essere interrogati dal pubblico ministero Luisa Rossi titolare delle indagini. L'obiettivo è dimostrare la loro volontà di non uccidere e vedere derubricato il reato da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale. L'avvocata, anche davanti al giudice di Imperia, ha sottolineato che la vittima è stata colpita una sola volta alla coscia sinistra per cui non c'è mai stata da parte dei suoi assistiti il desiderio di sopprimere una vita. Il delitto sarebbe stato immortalato da alcune telecamere della videosorveglianza installare su via Aldo Moro. 

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Ultimo aggiornamento: 11:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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