VIGONZA - Come hanno raggiunto la Spagna i due assassini di Marouen Ben Amer? Qualcuno li ha aiutati? Perchè hanno deciso di costituirsi? Ci sono ancora molti punti oscuri sulla fuga all’estero dei due tunisini, di 36 e 43 anni, che l’altro giorno si sono costituiti ai carabinieri a Sanremo confessando di essere i responsabili dell’accoltellamento avvenuto sabato scorso in via Aldo Moro a Busa di Vigonza, costato la vita al connazionale 30enne, morto dissanguato.
LA FUGA
Già nelle ore successive al delitto, i militari erano riusciti a dare un nome ai due responsabili grazie alle testimonianze raccolte dalle persone che fino a poco prima dell’accoltellamento erano con Ben Amer Marouen, ma specialmente alle immagini della videosorveglianza che hanno ripreso i due fuggiaschi, uno dei quali con precedenti.
IL DELITTO
I due assassini prima di fuggire hanno anche preso sia il cellulare che il portafoglio di Ben Amer. Vicino all’uomo è stato ritrovato solamente il suo zainetto, che conteneva i vestiti puliti che era andato a ritirare in lavanderia. Nessuna traccia, ancora, invece, dell’arma del delitto, verosimilmente un coltello, con cui i due hanno scagliato i colpi letali alla gamba - un paio - che hanno reciso l’arteria femorale del tunisino. Il 30enne è morto dissanguato, nonostante l’impegno dei suoi due amici che hanno provato a eseguire anche la rianimazione in attesa dell’ambulanza. Ben Amer era nato in Tunisia e da circa tre anni bazzicava tra Padova e la cintura urbana. Una vita sommersa, perché il trentenne era irregolare in Italia e dunque senza una residenza e un lavoro dichiarati. A quanto finora ricostruito non aveva parenti in zona, ma solo un fratello in Germania, che è arrivato a Vigonza in attesa del via libera per i funerali del familiare.
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