La tragedia di San Martino di Lupari, caccia alle armi del delitto: un coltello e un altro arnese

Mercoledì 28 Dicembre 2022
La tragedia di San Martino di Lupari, caccia alle armi del delitto: un coltello e un altro arnese

SAN MARTINO DI LUPARI (PADOVA) - Movente, ricostruzione del delitto e della fuga: questi gli interrogativi cui i carabinieri, coordinati dal sostituto Brusegan, dovranno cercare di dare una risposta dopo il fermo dell'unica indiziata, la figlia primogenita della coppia.

Da un paio d'anni nella villetta di via Galilei i rapporti erano tesi nonostante Giorgio Miatello e Maria Angela Sarto non ne parlassero volentieri. Avevano aiutato quella figlia, con alle spalle una serie di disavventure professionali e familiari, riaccogliendola in casa ma litigi e baruffe erano all'ordine del giorno. Da quando aveva smesso la divisa di vigile urbano al Comune di Asolo (nel lontano 2009) Diletta Miatello non aveva trovato occupazioni stabili né durature.


SENZA LAVORO
Sui social continuava a pubblicare domande di lavoro nella zona di Castelfranco ma senza risultati apprezzabili. Nel frattempo si rivolgeva ai genitori chiedendo soldi. E lo faceva ripetutamente. I due anziani vivevano delle rispettive pensioni (lui ha lavorato come rappresentante nel settore dei lubrificanti, lei era una maestra elementare) ma non navigavano certamente nell'oro. E non potevano sicuramente soddisfare le continue richieste di denaro, di cui era peraltro al corrente anche l'altra figlia Chiara. Il raptus che avrebbe portato Diletta ad infierire con ferocia sui corpi dei genitori potrebbe essere stato scatenato proprio dall'ennesima richiesta di soldi cui Giorgio e Maria Angela avrebbero opposto un netto rifiuto.


LE ARMI
I carabinieri del Nucleo investigativo e della compagnia di Cittadella stanno cercando un coltello ed un corpo contundente dalla forma arrotondata. É probabile che l'indiziata se ne sia sbarazzata durante la disperata fuga verso il Bassanese. La natura delle ferite riscontrate sui due coniugi fanno propendere per l'utilizzo di due oggetti diversi: i colpi da arma da taglio sono stati indirizzati soprattutto al volto dei due anziani ma i gravi traumi al capo sarebbero stati provocati da un oggetto pesante, adoperato con rabbia e brutalità.


Il cadavere della donna è stato analizzato dal dottor Rafi El Mazloum, dell'Istituto di Medicina legale dell'Università, accorso sulla scena del delitto. L'esperto non ha però potuto stabilire con precisione il numero delle coltellate inflitte alla donna che potrebbe essere stata sorpresa nel sonno. Sarà l'esame autoptico, che il magistrato disporrà nelle prossime ore, a chiarire quest'aspetto. Giorgio Miatello era invece riverso a terra nel salotto al pianterreno: è probabile che abbia cercato di difendersi dalla furia assassina della figlia ma il violentissimo colpo ricevuto in testa ha verosimilmente fiaccato le sue resistenze. Le sue chance di sopravvivenza sono legate ad un filo e gli stessi medici della terapia intensiva dell'Azienda ospedaliera non si fanno troppe illusioni. L'89enne ha riportato un fortissimo trauma cranico e potrebbe non farcela.
L.I.
 

Ultimo aggiornamento: 19:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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