Padova. Delitto di Forcellini, trovati i vestiti insanguinati: due coltelli per il pane sotto la lente del Ris

I carabinieri hanno anche sequestrato i telefoni cellulari di vittime e carnefici, che saranno analizzati da un tecnico informatico

Venerdì 28 Luglio 2023 di Marco Aldighieri
Il luogo dell'agguato

PADOVA - I fratelli albanesi Ilmi e Klinton Rakipaj, rispettivamente di 24 e 19 anni, hanno nascosto i vestiti imbrattati di sangue all'interno della Renault Clio rossa con cui hanno tentato la fuga. Gli abiti, insieme a due coltelli per tagliare il pane sequestrati nell'appartamento di via Dorighello al numero 8, saranno spediti al Ris per essere esaminati.

I carabinieri hanno anche sequestrato i telefoni cellulari di vittime e carnefici, che saranno analizzati da un tecnico informatico.

Ma pure numerosi documenti trovati sempre nell'abitazione dei due fratelli. Gli inquirenti, per ricostruire al meglio la scena del crimine, hanno effettuato un centinaio di tamponi la maggiore parte per raccogliere le tracce ematiche.

Le indagini

Gli uomini dell'Arma, coordinati dal pubblico ministero Roberto Piccione titolare delle indagini, hanno appurato come i fratelli Rakipaj una volta compiuto il massacro sull'androne della palazzina nel quartiere Forcellini, siano rientrati nel loro appartamento per ripulire del sangue e lasciare due coltelli per tagliare il pane. Sarebbero le armi dell'omicidio e del duplice tentato omicidio. Intanto uno dei due feriti, A.N. classe 95, è stato sentito dagli inquirenti. E anche lui, come il primo ferito A.C., ha raccontato di come i due fratelli abbiano orchestrato quell'agguato sul pianerottolo dello stabile solo perchè non volevano dare ospitalità al loro connazionale appena arrivato in Italia. La stessa versione è stata fornita ai carabinieri proprio dal nuovo arrivato. Insomma, in tre hanno giurato che tanta violenza è stata generata solo perchè i Rakipaj hanno negato una stanza a un 19enne. Una versione dei fatti a cui la Procura non crede troppo, tanto più che gli investigatori stanno proseguendo a battere diverse piste.

Questa mattina alle 8 il medico legale Guido Viel, nominato dal pm, effettuerà l'autopsia sul 24enne Albert Deda. Il giovane albanese, da un primo esame esterno del cadavere, sarebbe stato ucciso da un fendente dritto al cuore. Mentre i suoi due connazionali hanno subito coltellate multiple in tutto il corpo: collo, schiena, addome e ascelle. Una mattanza a cui i fratelli Rakipaj non hanno voluto dare un perchè. Infatti mercoledì, davanti al Gip di Gorizia per l'interrogatorio di garanzia, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. I parenti di Albert Deda, affiancati dal legale Pietro Masutti, sperano già nella giornata di oggi al termine dell'esame autoptico di avere il nulla osta dalla Procura per rimpatriare la salma del ragazzo in Albania. Cattolici credenti hanno fretta di celebrare il suo funerale. 

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