Omicidio di Bovolenta. Sara Buratin uccisa a coltellate, l'incontro tra la mamma e i genitori di Alberto Pittarello. La squadra di lui sotto choc: «Era uno del gruppo»

Giovedì 29 Febbraio 2024 di Nicola Munaro e Gabriele Pipia
Omicidio di Bovolenta. Sara Buratin uccisa a coltellate, l'incontro tra la mamma e i genitori di Alberto Pittarello. La squadra di lui sotto choc: «Era uno del gruppo»

BOVOLENTA (PADOVA) - Forse è proprio l'incredulità che ammanta l'intera vicenda a far sì che Bovolenta, i compagni di calcio a 5 di Alberto, gli amici e le amiche di Sara, siano come bloccati in una sorta di non luogo del pensiero. Un posto dove, al momento, non c'è divisione perché le domande che si fanno le famiglie dei due ragazzi sono le stesse. E identico è il dolore che provano. Per questo ieri mattina Adriana e Gabriele, mamma e papà di Alberto Pittarello, hanno incontrato Maria, la mamma di Sara.

Si sono parlati, si sono avvicinati gli uni all'altra come facevano spesso, ogni volta che la famiglia allargata si riuniva nella grande casa dei Pittarello, in via San Gabriele. Cosa si siano detti, chi abbia parlato per primo, chi sia stato in silenzio, non si sa.


LE TESTIMONIANZE
Dal dolore delle famiglie all'incredulità degli amici. È stata una sera di silenzio e sgomento ieri a Sant'Anna di Piove di Sacco dove si sono trovati i compagni di squadra di Alberto Pittarello. Doveva essere un normale allenamento, si è trasformato in una riunione di ragazzi sotto shock.
Alberto giocava da molti anni nei campionati Figc di calcio a 5 a livello regionale e provinciale. Da tre stagioni vestiva la maglia del Saldoteck Sant'Anna, una storica squadra di Piove di Sacco che milita in serie D. Si era allenato come se nulla fosse anche lunedì sera. La sera prima dell'omicidio.
Nelle ultime quattro partite aveva segnato tre volte, l'ultima venerdì sera contro la Mediatec Luparense e la penultima il venerdì prima a Rovigo. «Era tranquillo, sereno e pacifico. Aveva voglia di giocare, di vincere e di divertirsi» racconta chi fino a lunedì sera ha condiviso lo spogliatoio con lui. La società ha chiesto di rinviare la prossima partita di campionato in programma venerdì a Ponte San Nicolò. Richiesta accolta.

Uccisa a coltellate. Bovolenta sotto choc: «Pensiamo alla figlia di Sara adesso, che deve superare una cosa del genere»


IL CONTESTO
Il riscaldamento, il saluto del mister, i primi esercizi con il pallone. E poi gli incitamenti, le risate, la partitella, la doccia, i saluti e tutti a casa. Quello di lunedì era stato un allenamento come mille altri e lo racconta bene il dirigente responsabile della società, Stefano Luise. «Era sempre il solito Alberto, mai avremmo pensato ad una cosa di questo genere. Ha sempre giocato come centrale difensivo senza avere i piedi particolarmente buoni e con lui ridevamo molto di questa cosa. Lo prendevamo in giro alle serate dopo le partite e lui stava al gioco. Ora andare avanti è molto difficile».
Ha passato tanti momenti con lui anche Fabio Tramarin del Cartura calcio a 5, la squadra dove Pittarello aveva giocato prima del Sant'Anna conquistando pure una promozione in serie C2. «Era uno del gruppo - spiega il dirigente -, sempre protagonista e sempre presente. Abbiamo vinto e gioito con lui ma anche con la sua compagna, che veniva spesso a vedere le partite con la bambina piccola. Era un ragazzo d'oro, un pezzo di pane. E anche lei era strepitosa». Quel ragazzo d'oro è sparito nel nulla e quella ragazza strepitosa è stata ammazzata a coltellate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci